Difendendo la posizione del governo davanti ai senatori, il ministro dell’Economia Tria ha ricordato le responsabilità dei suoi predecessori:

"Non si tratta qui di attribuire responsabilità a chi ci ha preceduto nella responsabilità di governo perché di fronte alla commissione c’è lo Stato italiano rappresentato dal governo pro tempore, che quindi è tenuto a farsi carico di tutta la nostra storia. Ciò non toglie che dobbiamo chiederci per quale motivo oggi ci dobbiamo far carico di una situazione della finanza pubblica che ci pone in oggettiva difficoltà. Non dimentichiamo che l'Italia ha beneficiato del Qe che ha portato ad un risparmio per spesa in interessi a 35 miliardi di euro miliardi euro e che non si è riflesso in una discesa del debito e solo limitatamente in un contenimento del deficit. Dal 2014 abbiamo invece avuto un aumento della spesa corrente per assorbire questo beneficio e finanziarie la stagione dei tanti bonus con oneri che continuano a pesare sul nostro bilancio. Continua la caduta investimenti della p.a, ed è costantemente diminuita la capacità di progettazione. Tutto questo ha portato l'Italia a una situazione di consolidato ritardo della crescita che non ha consentito di ridurre il peso debito pubblico sulla nostra economia.”

L’analisi di Tria mi sembra condivisibile. Io stesso durante gli anni scorsi ho puntualizzato più volte che la spesa pubblica continuava ad aumentare nonostante i risparmi sugli interessi dovuti al Qe.

 

Ragion per cui gli esponenti del PD, se avessero un minimo di pudore, dovrebbero evitare certe affermazioni sui propositi spenderecci del governo che pure vanno facendo in questi giorni, essendo tutt’altro che “vergini”. In particolare, il DEF elaborato dall’ormai defunto governo Gentiloni conteneva impegni chiaramente farlocchi (loro stessi andavano poi ogni anno a chiedere “flessibilità”, ossia più deficit).

Tutto quello che denuncia il professor Tria, però, era noto anche lo scorso mese di maggio, allorquando gli fu chiesto di diventare ministro dell’Economia. Tria avrebbe dovuto sapere a cosa andava incontro. Per di più, da chi critica (giustamente) i bonus vari erogati da Renzi in poi non ci si dovrebbe aspettare la difesa di una manovra che incrementerà ulteriormente la spesa corrente, in particolare per il reddito di cittadinanza e quota 100 sulle pensioni.

 

Anche quelli sono provvedimenti che non consentiranno di “ridurre il peso debito pubblico sulla nostra economia. Anzi, produrranno un ulteriore aumento del peso del debito e non avranno alcun beneficio per la crescita dell’economia.

A maggio era noto anche che Di Maio e Salvini avevano intenzione di spingere sulla spesa corrente in deficit.

 

Per quale motivo, quindi, Tria ha accettato di fare il ministro dell’Economia in questo governo?

(Matteo Corsini)

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