Uno scorcio di "High Life" di Taki in un mondo che si sgretola

di Taki Theodoracopulos (Takimag.com, 12 marzo 2016)

Atene — Cammino nel centro di Atene osservando migliaia di migranti che prendono ordini dai trafficanti di uomini, per un percorso alternativo verso la Germania e l'Austria. Chiedo ad un poliziotto gentile, di cinquant'anni più giovane di me, perché non arresta i trafficanti e butta via la chiave. "Altri prenderebbero il loro posto prima ancora che abbiamo finito di ammanettarli", mi dice. "E dicono di essere migranti nel momento stesso in cui ci avviciniamo."

Il traffico di uomini è un grande business, e in maggioranza i trafficanti sono afghani, per quanto posso dire mescolandomi tra di loro. E' una cosa lugubre, specialmente quando ci sono bambini coinvolti. Piazza Victoria è un parco circondato da alberi in cui molto tempo fa mio nonno possedeva una grande casa di famiglia. Non è più una zona chic, quindi vi giungono migranti e trafficanti. Tuttavia ci sono Buoni Samaritani che dispensano cibo, nonostante il fatto che la Grecia stessa sia il paese più povero della UE e sia quotidianamente spremuta dalla odiata troika.

Chiacchiero con un uomo di nome Vangelis che dispensa dolci e pane ai migranti. Gli dico che sono per Alba Dorata e quello che sta facendo è lodevole. "Alba Dorata era brava a tenere i criminali al loro posto in passato", mi dice, "ma questa gente sono vittime, per questo sono qui." "Che mi dice dei trafficanti di uomini?", gli chiedo. "Dovrebbero essere fucilati sul posto", mi dice sorridendo. Mi dispiace molto per i greci poveri, i cui negozi e tavole calde sono completamente vuoti a causa delle file di migranti nelle strade di fronte a loro.

Il giorno dopo sono di nuovo vicino alla piazza, però a est di essa, dove gli immigranti sono ormai prevalenti. Noto la relativa ricchezza di molti di loro, che pagano nei negozi per ricaricare i loro telefoni e comprare cibo e bevande. Per quello che posso dire sono afghani, marocchini e pakistani, non un siriano tra loro. Questi ultimi sono perlopiù con mogli e figli e rispettano la legge. I primi hanno l'aria aggressiva, in maggioranza sono giovani e sembrano esigenti. Il Porto del Pireo è dove sono concentrati molti di questi non-rifugiati; prevedo che ci saranno presto raduni forzati in quanto essi intuiscono la debolezza del governo greco nel tenerli sotto controllo.

Quello che mi colpisce è la dignità che noto tra i greci poveri. Uno di loro, un vecchio, vende cartoline ad un euro ma non ha clienti. Un altro sta cercando di vendere cose di seta a tre turiste cipriote obese, che gli parlano in inglese gutturale. Nessuna vendita. Spezza il cuore guardare, e provo il desiderio che arrivi da queste parti qualche pezzo grosso dell'UE così da poterlo strangolare. La Merkel andrebbe bene. Anche il primo ministro greco Tsipras potrebbe andare, ma è occupato ad incontrare quelli come lui dietro le pareti di marmo del suo ufficio accanto al palazzo reale. E' stato il supervisore del sacrificio del paese all'incompetenza dell'UE, al fine di rimanere al potere, non importa quali sono le conseguenze. Avrebbe potuto prevenire la catastrofe con tre barche a pattugliare lo stretto che separa la Grecia dalla Turchia,  invece si è inchinato all'ordine della UE di non far nulla e obbedire. Eletto due volte dai greci perché ha promesso di tenere testa a Bruxelles, è diventato ora il fautore di questo caos, e appare ogni sera nei notiziari a dire minchiate.

Sono venuto ad Atene con alcuni amici per l'89esimo compleanno di Aleko Goulandris, e dopo aver girato per la capitale sono andato a cena con quattro amici, uno di loro è stato il nostro ambasciatore a Berlino, un altro è stato curatore del museo di Arte Cicladica di Atene. Dopo le deprimenti peregrinazioni del pomeriggio, mi sono ubriacato alla grande. Il giorno successivo altre ricerche sotto un sole radioso, poi la festa di Aleko. La famiglia reale greca era al completo, ed io ero seduto tra la nostra regina e la regina madre di Spagna. Poi è apparso Leonidas Kavakos, il più grande violinista dei nostri tempi. Ha suonato “Happy Birthday” per il nostro ospite, poi una bellissima sonata di Brahms, entrambi emozionanti e gioiosi. Tutti erano ammutoliti dalla virtuosità e dalla quasi sacralità del momento.

Eccoci qui, qualcosa come una ventina di amici stretti a celebrare il compleanno del mio più vecchio amico, con un grande artista volontariamente venuto a suonare grazie alla generosità in passato dell'ospite verso le arti, specialmente la musica classica. Ben inebriato dai tanti bicchieri, mi ha accompagnato a casa in macchina un parlamentare greco, che mi ha chiesto perché bevo così tanto. Ho dato la colpa di tutto questo alla crisi dei migranti e alla gang al governo molto di sinistra. Ha riso sonoramente. "Sono un gruppo davvero di brutta gente", ha detto, "ma non sono responsabili di quanto bevi." Gli ho detto che era pedante, l'ho ringraziato e gli ho augurato la buonanotte.

 

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