Di recente critico spesso gli esponenti del governo del cambiamento (in peggio). Non che chi è fuori dalla maggioranza sia sempre meglio, però. Per esempio, Fabio Rampelli, vice presidente della Camera, patriota di Fratelli d’Italia, ha dichiarato a SkyTg24:

Lo spread, di cui non frega nulla ai cittadini, schizza in alto? Beh, quando il Pd si vantava di tenerlo basso l'economia non è cresciuta a sufficienza, il debito pubblico è aumentato, gli interessi passivi ammontavano a decine di miliardi l'anno. Questo significa che la cura era sbagliata e quindi ora occorre cambiare schema affinché l'Italia possa recuperare credibilità, ma stavolta in produttività e ricchezza.”

Probabilmente a qualcuno non frega nulla dello spread, ma il ricordo del 2011-2012 dovrebbe essere ancora relativamente fresco per essere consapevoli che le conseguenze non le paga solo chi possiede titoli di Stato (peraltro, direttamente o indirettamente, posseduto dalla maggior parte dei suddetti cittadini), contrariamente a quanto pare supporre Rampelli.

 

O crede che prima o poi la mazzolata fiscale Monti-style non arriverà se si va avanti di questo passo? Probabilmente non per lui, ma per molti di coloro che lui suppone se ne freghino arriverà e sarà anche dolorosa.

Quanto al PD, come ho avuto modo di sostenere più volte ai tempi dei governi Renzi-Gentiloni, ha sprecato l’occasione di sistemare il bilancio dello Stato in un momento particolarmente propizio, spendendo in altro modo il risparmio di interessi (fino a 20 miliardi annui) derivanti dal Qe della BCE.

Interessi a carico di chi paga le tasse e che, forse Rampelli non lo sa, non faranno che aumentare, perché quella è la conseguenza dell’aumento dello spread.

 

Il quale non è diminuito in misura più consistente negli anni scorsi rispetto al picco 2011-2012 perché i governi del PD preferivano chiedere “flessibilità” (ossia fare più deficit) alla Ue per pagare mance e mancette, invece che ridurre strutturalmente il deficit e fare iniziare (non impercettibilmente) la discesa del debito.

La cura era quindi sbagliata, ma la ricetta che si prospetta, e che non pare essere sbagliata per Rampelli, è ancora peggio di quella precedente. Ahimè.

 

Dal nulla non si crea ricchezza, ma è facile distruggerla.

(Matteo Corsini)

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