di Ron Paul (da The Ron Paul Institute, 30 marzo 2014)
 
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La settimana scorsa il Congresso ha approvato a larga maggioranza un decreto che prevede un miliardo di dollari di aiuti all'Ucraina e ulteriori sanzioni contro la Russia. Il decreto sarà probabilmente firmato dal presidente entro pochi giorni. Se pensate sia l'ultima volta che i soldi dei cittadini americani finiscono in Ucraina, ripensateci. Questo è solo l'inizio.

Questo miliardo di dollari per l'Ucraina è un imbroglio per il contribuente americano, ma è un cattivo affare anche per gli ucraini. Non un singolo ucraino bisognoso vedrà un centesimo di questi soldi, perché saranno usati per salvare le banche internazionali che detengono il debito del governo ucraino. Secondo i termini del piano definitio dal Fondo Monetario Internazionale (IMF) per l'Ucraina, per l'ucraino medio la vita sta per diventare molto più difficile. Il governo congelerà alcuni aumenti salariali, aumenterà notevolmente le tasse e le tariffe energetiche.

Ma i banchieri saranno pagati e l'IMF assumerà il controllo dell'economia ucraina.

Il decreto autorizza inoltre altro denaro dei contribuenti americani per le NGO mirate alla "promozione della democrazia", e altro denaro anche per trasmettere la propaganda del governo USA in Ucraina tramite Radio Free Europe e Voice of America. Contiene anche un po' di "tintinnio di sciabole", indirizzando il Segretario di Stato a "perseguire maggiore cooperazione per la sicurezza con gli stati NATO dell'Europa Centrale e Orientale."

Gli Stati Uniti stanno "promuovendo la democrazia" in Ucraina ormai da più di dieci anni, ma non sembra che ciò abbia prodotto granché di buono. Recentemente un governo eletto democraticamente è stato rovesciato da manifestanti violenti. Questo è l'opposto della democrazia, secondo cui i governi si cambiano con elezioni libere e trasparenti. Quello che è sconvolgente è che il governo degli Stati Uniti e le sue NGO erano dalla parte dei manifestanti! Se veramente ci importasse della democrazia non avremmo preso le parti di nessuno, perché non sono affari nostri.

Washington non vuole parlare delle sue stesse azioni che hanno portato al colpo di stato, concentrandosi invece sull'attacco verso la reazione dei russi ai disordini istigati dagli Stati Uniti nella loro porta accanto. Quindi il nuovo decreto approvato dal Congresso espanderà le sanzioni verso la Russia per il suo appoggio ad un referendum in Crimea, in cui la maggioranza della popolazione ha votato per unirsi alla Russia. Gli Stati Uniti, che hanno partecipato alla modifica forzata dei confini in Serbia e altrove, improvvisamente dichiarano che i confini internazionali non possono essere messi in dubbio in Ucraina.

Ovviamente, chi è d'accordo con me, insieme ad altri come me meno che entusiasti di sanzioni, manipolazione di elezioni e invio di nostre truppe all'estero, è accusato di essere in qualche modo antipatriottico. E' già successo quando così tanti di noi si opponevano alla guerra in Iraq, all'attacco americano in Libia e altrove. E sta succedendo di nuovo a quelli tra noi che non ardono dal desiderio di rimetterci in una guerra fradda - o calda - contro la Russia, per una piccola penisola che non significa assolutamente nulla per gli Stati Uniti o la loro sicurezza.

Mi sentirei di dire che il vero patriottismo significa difendere questo paese e assicurarsi che la nostra libertà qui non sia minata. Purtroppo, mentre tanti si focalizzano sulla libertà in Crimea e Ucraina, il Congresso degli Stati Uniti sta per approvare un decreto di "riforma" dell'NSA che obbligherà le aziende private a conservare i nostri dati personali e a rendere ancora più facile per l'NSA spiare su di noi. C'è bisogno di rifocalizzare le nostre priorità verso la promozione della libertà negli Stati Uniti!