di Ron Paul (RonPaulInstitute, 2 novembre 2014)


ronpaulLe tragiche sparatorie della settimana scorsa, in Canada e nello stato di Washington, certamente porteranno a nuove ondate di appelli per il controllo delle armi. La paura verso i "terroristi lupi solitari", istigata dai media, permetterà alla lobby per il controllo delle armi di calunniare i sostenitori del Secondo Emendamento tacciandoli di essere "a favore dei terroristi". Dipingere il controllo delle armi come misura anti-terrorismo è una tecnica di marketing che permetterà ai sostenitori del controllo delle armi, inoltre, di allearsi con tutti quelli che sono favore di qualsiasi violazione alla libertà nel nome della "sicurezza nazionale". 

Come succede quasi sempre con le violazioni alla libertà, il controllo delle armi non solo ci renderà meno liberi: ci renderà anche meno sicuri. Il rispetto del diritto della popolazione a possedere e portare armi è l'originale e migliore politica per la sicurezza nazionale. Restringere il diritto dei cittadini di armare se stessi li lascia senza difesa efficace contro i criminali violenti o contro un governo tirannico. 

Ogni anno, migliaia di americani usano le armi per fermare criminali violenti. Un caso notevole è capitato in settembre, quando Mark Vaughan, un cittadino dell'Oklahoma, ha usato un fucile per fermare un collega armato di coltello che aveva già ucciso una persona e ferito un'altra. Purtroppo, gran parte della copertura mediatica di questo evento è stata focalizzata su speculazioni riguardo a se l'assalitore fosse motivato da "islamismo radicale", piuttosto che sull'uso di un fucile da parte di Vaughan per proteggere vite innocenti. 

Non è una coincidenza il fatto che gli stati che approvano leggi di "porto di armi nascoste" sperimentano un calo dei crimini. Da quando tali leggi sono state approvate in Texas nel 1995, gli assassinii sono calati del 52% in Texas. Per confronto, gli assassinii a livello nazionale sono calati di solo il 33%.  

Forse la miglior illustrazione dei pericoli del controllo delle armi è fornita dalle regolamentazioni federali che vietano ai piloti di avere armi da fuoco nelle cabine di pilotaggio. Ironicamente, questa regolamentazione è entrata in vigore poco prima dell'11 settembre 2001. Se i piloti avessero avuto la possibilità di avere armi da fuoco l'11 settembre, forse si sarebbero potuti fermare i dirottatori, impedendo l'attacco al World Trade Center e al Pentagono, oppure si sarebbero potuti dissuadere dal provarci. [N.d.T.: come ho già avuto occasione di scrivere, Ron Paul parla nell'ipotesi che la versione ufficiale sull'11 settembre sia sostanzialmente vera. Questo indipendentemente dal fatto che ritenga effettivamente vera o meno quella versione. A maggior ragione, il fatto che io traduca queste frasi non significa che ritenga sostanzialmente vera la versione ufficiale sull'11 settembre! Qui non posso non notare che se i piloti avessero potuto avere armi da fuoco sarebbe stato ancora più difficile sostenere che i dirottatori hanno preso il comando degli aerei] 

Poco tempo dopo l'11 settembre, ho presentato una proposta di legge per consentire ai piloti di avere armi da fuoco in cabina di pilotaggio. Il Congresso alla fine ha approvato un decreto che consente ai piloti di avere armi da fuoco, se hanno una certificazione federale e si attengono alla regolamentazione federale. A parte l'obiezione filosofica per la quale nessuno dovrebbe chiedere il permesso del governo prima di esercitare un diritto, le regole e il costoso processo per la licenza scoraggiano molti piloti dal partecipare al programma per piloti armati.

Non dovrebbe essere una sorpresa che l'amministrazione Obama, così contraria alle armi nelle mani dei cittadini, voglia eliminare il programma per piloti armati. Effettivamente anch'io concordo che il programma dovrebbe essere eliminato, purché i piloti abilitati a portare armi legalmente nel loro stato di residenza possano portare armi sugli aerei che pilotano. Permettere ai piloti di avere armi da fuoco è certamente un modo più efficiente di proteggere la nostra sicurezza sui voli rispetto a costringere tutti i passeggeri a sopportare le procedure della TSA.

Sia il controllo delle armi sia l'interventismo in paesi stranieri sono in spregio alla saggezza dei fondatori della nostra nazione. 

Una politica estera interventista, così come il controllo delle armi, è una minaccia per la nostra sicurezza. Una politica estera iper-interventista invita "blowback" da parte di chi prova risentimento per l'intromissione del nostro governo nei loro paesi, mentre il controllo delle armi lascia la gente senza difesa contro i criminali violenti. Tornare ad una politica estera di pace e libero commercio e abrogare tutte le violazioni federali al Secondo Emendamento aiuterà a garantire sia la libertà sia la sicurezza.

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Nota [MM]

Sul controllo delle armi su questo sito si può leggere un classico di Gary North: Controllo delle armi e genocidi

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