di Daniel Hannan (dal Telegraph , 25 febbraio 2014)

Il 16 giugno 1941, mentre Hitler preparava le forze militari per l'Operazione Barbarossa, Josef Goebbels pensava già al nuovo ordine che i nazisti avrebbero imposto in una Russia conquistata. Non ci sarebbe stato alcun ritorno indietro, scrisse, né per i capitalisti né per i preti né per gli zar. Piuttosto, al posto del bolscevismo ebreo e corrotto la Wehrmacht avrebbe portato “der echte Sozialismus”: il vero socialismo.

Goebbels non dubitò mai di essere un socialista. Egli vedeva il Nazismo come una migliore e più plausibile forma di socialismo rispetto a quella di Lenin. Invece di diffondersi attraverso nazioni differenti, avrebbe operato entro l'unità del Volk.

La vittoria culturale della Sinistra moderna è così totale che il mero riferire questo fatto è sconvolgente. Tuttavia pochi all'epoca lo avrebbero trovato particolarmente contestabile. Nelle parole di George Watson in The Lost Literature of Socialism:

E' ora chiaro al di là di ogni ragionevole dubbio che Hitler e i suoi collaboratori si ritenevano socialisti e che altri, inclusi i socialdemocratici, pensavano la stessa cosa.

L'indizio è nel nome. Successive generazioni di persone di sinistra hanno cercato di interpretare la problematica nomenclatura del Partito Nazional Socialista Tedesco dei Lavoratori come una cinica mossa di relazioni pubbliche o come un'imbarazzante coincidenza. In realtà, il nome voleva proprio dire quello che diceva.

Hitler disse a Hermann Rauschning, un prussiano che lavorò per un breve periodo per i nazisti prima di disconoscerli e fuggire dal paese, di aver ammirato molto del pensiero dei rivoluzionari che aveva conosciuto da giovane; però gli sembrava fossero gente che parla, non che fa. "Ho messo in pratica quello che questi predicatori e pennaioli hanno timidamente cominciato", egli si vantava, aggiungendo che "l'intero Nazionalsocialismo" era "basato su Marx".

L'errore di Marx, pensava Hitler, era stato promuovere la lotta di classe invece dell'unità nazionale - mettere i lavoratori contro gli industriali, invece di arruolare entrambi i gruppi in un ordine corporativistico. Il suo obiettivo, disse al suo consigliere economico Otto Wagener, era "convertire il Volk tedesco al socialismo evitando di semplicemente uccidere tutti i vecchi individualisti" - intendendo i banchieri e i proprietari di fabbriche che potevano, pensava, servire meglio il socialismo generando entrate per lo stato. "Ciò che il marxismo, il leninismo e lo stalinismo non sono riusciti a realizzare", disse a Wagener, "noi saremo nella posizione di poterlo ottenere".

I lettori di sinistra a questo punto staranno pobabilmente ribollendo. Tutte le volte che tocco questo argomento, esso provoca una reazione quasi impazzita da parte di persone che si considerano progressiste e vedono l'antifascismo come parte della loro ideologia. Bè, ragazzi, forse adesso sapete come ci sentiamo noi conservatori quando voi associate liberamente il nazismo con "la Destra".

Per essere assolutamente chiaro, non credo che la sinistra moderna abbia inclinazioni naziste subliminali, o che il loro disprezzo per Hitler sia in qualche modo simulato. Non è quello che voglio dire. Quello che voglio fare, con lo specchio in mano, è sfidare l'idea altrettanto falsa che ci sia un continuum idelogico tra sostenitori del libero mercato e fascisti.

L'idea che il nazismo sia una forma più estrema di conservatorismo si è insinuata nella cultura popolare. Lo sentite dire, non solo quando studenti con i brufoli gridano "fascisti" ai Tory, ma quando gli opinionisti parlano di partiti rivoluzionari anticapitalisti, come il British National Party o Alba Dorata, in termini di "estrema destra".

Su cosa si basa questa connessione? Su poco, al di là di una percezione puerile che "di sinistra" significhi compassionevole e "di destra" significhi cattivo e i fascisti sono cattivi. Messa per iscritto in questo modo, la nozione suona idiota, ma pensate ai gruppi nel mondo che la BBC, per esempio, chiama "di destra": i Talebani, che vogliono la proprietà comune dei beni; i rivoluzionari iraniani, che abolirono la monarchia, si impadronirono delle industrie e distrussero la classe media; Vladimir Zhirinovsky, che languiva dal desiderio di stalinismo. Il ritornello "i nazisti erano di estrema destra" è un sintomo della nozione più ampia che "di destra" sia un sinonimo per "i cattivi".

Uno dei miei elettori [N.d.T.: L'autore è un deputato inglese del partito Tory, però di inclinazione libertaria] una volta espose una lamentela alla BBC riguardo ad un servizio sulla repressione dei popoli indigeni del Messico, nel quale il governo veniva etichettato come di destra. Il partito di governo, egli mise in evidenza, era membro dell'Internazionale Socialista e, di nuovo, l'indizio rivelatore era nel nome: Partito Istituzionale Rivoluzionario. La replica della BBC fu impagabile. Sì, ammise che il partito era socialista, "ma quello che il nostro corrispondente cercava di comunicare era il suo autoritarismo".

In realtà, l'autoritarismo è stato la caratteristica comune dei socialisti di entrambe le varietà, nazionalista e leninista, che si precipitarono a ficcarsi gli uni contro gli altri nei campi di prigionia o davanti ai plotoni d'esecuzione. Ognuna delle fazioni detestava l'altra in quanto eretica, ma entrambe disdegnavano gli individualisti a favore del libero mercato, considerandoli senza possibilità di redenzione. La loro lotta fu tanto più brutale, come sottolineò Hayek nel 1944, perché era una battaglia tra fratelli.

L'autoritarismo - o, per usare un termine meno carico, la convinzione che la coercizione dello stato sia giustificata dal perseguimento di un alto obiettivo, come il progresso scientifico o maggiore equità - fu tradizionalmente una caratteristica dei socialdemocratici altrettanto dei rivoluzionari.

Jonah Goldberg ha trattato la cronaca del fenomeno in profondità nella sua magnum opus, Liberal Fascism. Molti si sentono offesi da questo titolo, evidentemente senza leggere il libro, dal momento che nelle prime pagine Jonah rivela che la frase non è sua. Si tratta di una citazione dell'impeccabile progressista H.G. Well che, nel 1922, disse ai Giovani Liberali che dovevano diventare "fascisti liberali" e "nazisti illuminati".

In quei giorni, la maggior parte dei prominenti intellettuali di sinistra, incluso Wells, Jack London, Havelock Ellis e i  Webbs, guardavano con favore all'eugenetica, convinti che solo le fissazioni religiose stessero frenando lo sviluppo di una specie più sana. Il modo impenitente in cui essi ne esprimevano le conseguenze è stato, come le effettive parole di Hitler, in larga misura rimosso dalle conversazioni. Ecco, per esempio, George Bernard Shaw nel 1933:

Lo sterminio deve essere rivestito di una base scientifica affinché possa mai essere realizzato umanamente e apologeticamente e al tempo stesso meticolosamente ... se desideriamo un certo tipo di civilizzazione e cultura dobbiamo sterminare la gente non adeguata.

L'eugenetica, naturalmente, scivola facilmente nel razzismo. Engels stesso scrisse della "spazzatura razziale" - i gruppi che necessariamente sarebbero stati soppiantati quando il socialismo scientifico si fosse realizzato. Condite questo atteggiamento con un pizzico di anticapitalismo e spesso ottenete l'antisemitismo di sinistra - un'altra cosa che abbiamo rimosso dalla memoria, ma che un tempo passava senza bisogno di dirlo. "Come potete, in quanto socialisti, non essere antisemiti?", Hitler aveva chiesto ai membri del suo partito nel 1920.

Le persone di sinistra di oggi critiche verso Israele sono segretamente antisemite? No, non nella grande maggioranza dei casi. I socialisti moderni desiderano interiormente chiudere nei campi di prigionia chi è scettico verso il global warming? Proprio no. I keynesiani vogliono l'intero apparato del corporativismo, espresso da Mussolini come "tutto nello stato, nulla al di fuori dello stato"? Di nuovo, no. Ci sono idioti che screditano tutte le cause, naturalmente, ma la maggior parte delle persone a sinistra sono sincere nel loro dichiarato impegno per i diritti umani, la dignità personale e il pluralismo.

La mia lagnanza verso quelli di sinistra (non tutti) è più semplice. Rifiutandosi di ricambiare il complimento, assumendo l'aria di superiorità morale, essi rendono il dialogo politico quasi impossibile. Usare la locuzione "di destra" per intendere "qualcosa di indesiderabile" è un piccolo ma importante esempio.

La prossima volta che sentite qualcuno di sinistra usare la parola fascista come insulto generico, gentilmente fate notare la differenza tra quello che a loro piace immaginare il NSDAP rappresentasse e quello che effettivamente proclamava.


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