di Patrick J. Buchanan (su Takimag, 28 dicembre 2015)

L'1 gennaio 2002, il giorno che le monete e banconote dell'Euro entrarono in circolazione, il mio articolo "Dite addio al Continente Madre" conteneva questa prognosi pessimista:

“Questo superstato europeo non durerà; si infrangerà sulla barriera corallina del nazionalismo. Quando i tempi duri arriveranno, i nazionalisti riprenderanno il controllo dei loro destini nazionali dalle mani dei burocrati di Bruxelles a cui nessuno darà mai lealtà né amore."

L'articolo descriveva quanto stava già avvenendo.

“L'Europa sta morendo. Non c'è una singola nazione in tutta Europa con un tasso di nascita sufficiente a mantenere viva la popolazione, tranne l'Albania musulmana. In 17 nazioni europee ci sono già più sepolture che nascite, più bare che culle."

“Tra il 2000 e il 2050, Asia, Africa e America latina aggiungeranno dai 3 ai 4 miliardi di persone - come 30 o 40 Messico! - mentre l'Europa perderà l'equivalente dell'intera popolazione di Belgio, Olanda, Danimarca, Norvegia, Svezia e Germania."

“Entro il 2050, l'età mediana in Europa sarà 50 anni, nove anni di più della nazione più vecchia sulla Terra oggi, il Giappone.  E chi si prenderà cura di queste frotte di milioni di vecchietti?"

“Gli immigranti, è la risposta.  Gli immigranti  si stanno già riversando in Europa a centinaia di migliaia dal Medio Oriente e dall'Africa, cambiando il volto del Vecchio Continente. Come un tempo l'Europa invase e colonizzò l'Asia, l'Africa e il Medio Oriente, i popoli in passato assoggettati stanno venendo a colonizzare i paesi madrepatria. E mentre le chiese cristiane dell'Europa si svuotano, le moschee si riempiono."

“Tuttavia, nonostante grandi nazioni come Francia, Germania, Italia e Spagna siano sempre più apatiche rispetto a indipendenza, sovranità e libertà, le sotto-nazioni al loro interno stanno lottando per rinascere. In Scozia, Galles, Ulster, Corsica, Paesi Baschi e Italia settentrionale vi sono movimenti secessionisti non dissimili da quelli che spezzarono Cecoslovacchia, Jugoslavia e Unione Sovietica in numerose nazioni indipendenti."

Quanto è stato predetto 14 anni fa è diventato realtà.

I migranti verso la Germania da Medio e Vicino Oriente hanno raggiunto il milione nel 2015. Le mazzette dell'UE ai turchi per evitare che i migranti musulmani attraversino il mare fino alle isole greche, e di qui raggiungano i Balcani e l'Europa Centrale, in tutta probabilità non riusciranno a fermare il flusso.

La mia previsione che i "nazionalisti europei riprenderanno il controllo dei loro destini nazionali" appare ancora più verosimile oggi.

Il Primo Ministro David Cameron, che per poco non ha perso un referendum sulla secessione della Scozia, sta chiedendo all'UE un ritorno alla sovranità britannica sufficiente a soddisfare i suoi connazionali, a cui è stato promesso di poter votare sull'uscita totale dell'Unione Europea.

Il Fronte Nazionale di Marine Le Pen, anti UE, è stato il primo partito nel primo turno delle elezioni francesi del 2015. Molti europei ritengono che arriverà al turno finale delle prossime elezioni presidenziali nel 2017.

Partiti di destra contro l'immigrazione stanno avanzando in tutta Europa, mentre l'UE è tormentata da una serie di crisi.

I confini aperti dell'Europa per facilitare il libero commercio assicurano inoltre la libertà di movimento ai terroristi interni.

La migrazione di massa verso l'Europa sta portando gli stati membri a mettere posti di blocco e chiudere le frontiere. L'accordo di Schengen sulla libera circolazione di merci e persone viene ignorato e apertamente violato.

Lo scontro economico e culturale tra la ricca Europa settentrionale e il sud meno prospero - Grecia, Italia, Spagna, Portogallo - manifestato nel bagno di sangue tra Atene e Berlino, continua.

Gli europei del nord si stanno stancando di salvataggi ripetuti di un sud che si irrita di fronte alle costanti richieste dal nord di maggiore austerità.

Poi c'è l'ondata dei sub-nazionalismi, come in Scozia, Catalonia, Fiandre e Veneto, dove i popoli cercano di staccarsi da capitali lontane che non parlano più per loro, e di ricollegarsi a lingue, tradizioni e culture che danno più significato alle loro vite rispetto all'ideologia economia-uber-alles di Frau Angela Merkel.

Oltreutto, i migranti che arrivano in Europa, prevalentemente islamici e dal Terzo Mondo, non si stanno assimilando come fecero invece gli immigranti europei in maggioranza cristiani che raggiunsero l'America un secolo fa.

Le enclavi di asiatici in Inghilterra, di africani e arabi attorno a Parigi, e di turchi dentro e attorno a Berlino appaiono britanniche, francesi e tedesche solo nel nome. E alcuni dei loro figli stanno ora dando ascolto alla chiamata alla jihad contro i crociati che invadono terre musulmane.

La spinta verso una maggiore integrazione europea sembra si sia fermata e si sia invertita;  la UE sembra disfarsi lungo linee ideologiche, nazionali, tribali e storiche.

Se questi trend continuano, e sembra siano accelerati nel 2015, l'idea di Stati Uniti d'Europa muore, e con essa la UE.

Da qui sorge una domanda sull'unione economica e politica più riuscita della storia - gli Stati Uniti.

Come possono gli Stati Uniti sempre più multirazziali, multilingua, multiculturali, evitare il destino verso cui l'Europa appare diretta, se non vi sarà una chiara e identificabile maggioranza etnica nel 2042?

Le nostre stesse divisioni politiche e razziali stanno scomparendo, o anch'esse sembra stiano diventando più profonde?

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