di Daniel McAdams (RonPaulInstitute, 23 dicembre 2014)

Quest'anno sarà un triste Natale per le vittime dell'interventismo americano oltreoceano. Sebbene i promotori di "cambio di regime" parlino di portare libertà e democrazia nei paesi loro obiettivo, il risultato finale è proprio l'opposto: l'insorgere di estremismo, carestia, pulizia etnica, distruzione economica sono quello che il governo americano si è lasciato dietro in posti come Iraq, Siria e Ucraina.

I neoconservatori che hanno spinto per la guerra in Iraq sono incapaci di autocritica, ma i numeri non mentono. Per la prima volta in più di mille anni, scrive il Washington Post oggi, "le piane di Ninive e la capitale regionale Mosul sono praticamente svuotate di cristiani". Dove era stata per secoli una diversità religiosa e culturale, la distruzione della società irachena causata dall'intervento statunitense ha lasciato dietro di sé solo i più agguerriti degli estremisti a terrorizzare quello che è rimasto della popolazione. Di già sei su dieci cristiani hanno lasciato l'Iraq, lasciando chiese vuote e rendendo un modo di vita risalente al tempo di Cristo nulla più di una lontana memoria.

Padre Miyassir al-Mokhlasee della chiesa cattolica caldea di San Giorgio a Bagdad stenta a mantenere il suo gregge, in quanto tutti i cristiani che possono farlo stanno emigrando. "Crediamo che Dio ci voglia qui per avere diversità nella regione", ha detto Padre Mokhlasee. "Stiamo diventando sempre meno... Chiediamo a Dio di poter mantenere le nostre chiese, mantenere il nostro paese", ha aggiunto in una predica d'Avvento.

Almeno nel breve termine, tuttavia, le sue preghiere potrebbero non avere risposta.

Molti americani, particolarmente quelli che fanno affidamento sui media di mainstream per ricevere informazioni, crederanno che l'insorgere dell'ISIS e di al-Qaeda in Iraq, che uccidono i cristiani, sia il risultato del ritiro dell'esercito americano dall'Iraq invece che dell'invasione americana dell'Iraq. La semplice logica mostra l'opposto: se persino il Washington Post ammette che i cristiani vivevano tranquillamente in Iraq fino all'invasione del 2003, come si può sostenere che l'invasione non sia responsabile per la decimazione della cristianità in Iraq?

Coloro che hanno subito l'invasione americana hanno una visione molto più chiara di causa ed effetto. Come ci racconta l'articolo sul Post:

Una delle figure cristiane più autorevoli in Iraq, il patriarca della chiesa cattolica caldea Louis Sako, ha accusato gli Stati Uniti di essere 'indirettamente responsabili' per l'esodo di una delle più antiche comunità cristiane del mondo, mettendo in evidenza il caos causato dall'invasione del 2003.

Natale sarà similmente una celebrazione triste per i circa 500.000 ucraini forzati a lasciare le loro case quando il regime di Kiev appoggiato dagli Stati Uniti ha distrutto buona parte dell'Ucraina orientale. Di nuovo si tratta di una questione di causa ed effetto. I media di mainstream americani incolperanno le regioni separatiste dell'Ucraina orientale per i conflitti violenti, ma ignoreranno il fattore che ha fatto precipitare le cose: il colpo di stato appoggiato dagli Stati Unti a Kiev che ha deposto un governo eletto e ha messo al potere un regime non eletto ostile alle province orientali di quel paese.

Anche George Friedman, fondatore e amministratore delegato di Stratfor (la "CIA ombra") - un uomo non avvezzo ai voli di fantasia - ha descritto gli  eventi in Ucraina di inizio 2014 come "il più plateale colpo di stato nella storia". Secondo Friedman, le motivazioni per l'appoggio americano al colpo di stato ucraino sono state in parte volontà di ritorsione per il coinvolgimento della Russia in Siria. Sei mesi prima dello scoppio dei disordini in Ucraina, la Russia aveva negoziato un accordo per il quale il presidente siriano Assad rinunciava alle sue armi chimiche per evitare un attacco americano. La destabilizzazione dell'Ucraina è stata la rappresaglia dei neoconservatori per il fatto che Putin ha sventato i loro piani per un'invasione americana della Siria?

Molti cittadini dell'Ucraina orientale trascorreranno il Natale (che si celebra il 7 gennaio secondo il calendario ortodosso) sottoterra in bunker dell'era sovietica. Non avranno né acqua corrente, né impianti sanitari, né privacy. Le loro case sono state distrutte dal regime appoggiato dagli Stati Uniti a Kiev.

Il Telegraph inglese descrive cosa è successo ad alcune delle più recenti vittime della guerra, quando un anticipato "regalo di Natale" da parte di Kiev ha distrutto le loro case:

'E' stata un'esplosione enorme, le finestre si sono rotte e noi ci siamo gettati sul pavimento. Sappiamo cosa bisogna fare', l'uomo di 53 anni ha detto, guardando il giardino devastato dall'alto dell'appartamento al quarto piano.

L'attacco dell'8 dicembre ha squarciato un complesso di appartamenti adiacente, uccidendo sei persone e mettendo fuori uso la centrale di riscaldamento che serve tutto il vicinato. Nel lugubre contesto degli ultimi mesi nell'Ucraina dell'est, si è trattato di una tragedia di routine.

Anche in Siria, dove gli Stati Uniti appoggiano gli estremisti islamici da tre anni nel tentativo di rovesciare il regime secolare di Assad, la Cristianità è stata quasi eliminata. Ad Aleppo, dove prima della guerra viveva una delle più numerose comunità cristiane della Siria, i cittadini sono divisi tra un settore controllato dal governo e un settore ad est controllato dai ribelli. Qualche cristiano rimane nelle aree controllate dal governo. in cui, secondo l'AFP:

Le famiglie nei distretti controllati dal governo si ritrovano ogni domenica sera nella chiesa, che è brillantemente illuminata grazie al suo generatore, un notevole punto di attrazione in una città in cui i frequenti tagli alla corrente fanno scendere l'oscurità sulle case.

I pochi cristiani rimasti in Siria sono determinati a far sopravvivere una cultura che risale al tempo di Cristo:

Padre Imad Daher della chiesa latina di San Francesco ha detto che i cristiani stanno preparandosi ad allestire i loro alberi di Natale. 'Celebreremo il Natale, anche se il nostro numero si è ridotto. Celebreremo con una messa per la pace', ha detto.

Queste sono solo alcune delle vittime della politica estera interventista degli Stati Uniti. I cristiani americani che si preparano a celebrare la nascita di Cristo Re dovrebbero fermarsi a riflettere su quanto viene compiuto in loro nome oltreoceano. Se credono di promuovere i valori cristiani con il loro supporto all'interventismo globale americano, potrebbero pensare di chiedere ad alcuni della stessa religione molto più vicini alle bombe che cadono e ai machete rotanti del tagliatori di teste. E' auspicabile che i cristiani americani chiedano la fine della tirannia degli interventisti neoconservatori e "umanitari" che dominano la politica estera americana. Questo è il regime che veramente necessita di essere cambiato.