di Daniel McAdams (da The Ron Paul Institute, 23 luglio 2014)

Il governo degli Stati Uniti, e in particolare il Dipartimento di Stato, sono al centro dell'attenzione -  soggetti persino a ridicolizzazione - per il loro crescente affidamento sui "social media" come fonti di prove per giustificare le posizioni in politica estera o le conclusioni riguardo ad eventi internazionali. Molti trovano sbalorditivo che un governo, il quale spende qualcosa come 100 miliardi di dollari per una rete di intelligence enorme e diffusa in tutto il mondo, debba sul serio esaminare con minuziosità YouTube e Twitter al fine di presentare voci caricate dagli utenti come fossero prodotti finiti di intelligence.

Il caso più recente, la portavoce del Dipartimento di Stato Marie Harf ha presentato ieri gli argomenti degli Stati Uniti a sostegno del coinvolgimento russo nell'abbattimento del volo Malaysian Airlines MH-17 sull'Ucraina, basati sui "social media" e sul "buon senso". La Harf ha anche citato non specificate "altre informazioni" che il governo non intende rivelare, ma il punto cruciale per giustificare una conclusione tanto significativa, con implicazioni quasi incalcolabili, è stato esposto in riferimento a "Tweets" e altre, spesso anonime, comunicazioni personali.

Suona inconsistente alla maggior parte della gente che il governo degli Stati Uniti faccia affidamento su simili fonti, ma ci potrebbe essere una spiegazione molto logica.

Secondo un servizio apparso sul quotidiano The Guardian all'inizio di questo mese, la Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA) del Pentagono ha speso svariati milioni di dollari per studiare come la gente comunica sui social media e, ancora più importante, come manipolare i social media e i loro utenti.

Ha scritto il Guardian:

Una linea di ricerca finanziata direttamente o indirettamente dal centro di ricerca militare del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, conosciuto come Darpa, ha coinvolto gli utenti di alcune delle più frequenti destinazioni su Internet, inclusi Facebook, Twitter, Pinterest e Kickstarter, per studi sulle connessioni sociali e su come si diffondono i messaggi. ...
Molti degli studi finanziati dal DoD si sono spinti oltre rispetto al semplice monitoraggio di ciò che gli utenti comunicano spontaneamente, includendo l'invio di messaggi a inconsapevoli partecipanti, al fine di tracciare e di studiare le loro reazioni.

Recentemente è scoppiato uno scandalo tra gli utenti di Facebook quando si è saputo che Facebook aveva condotto un esperimento segreto per manipolare le emozioni di utenti inconsapevoli. Secondo l'articolo sul Guardian, Facebook ha inoltre collaborato con il DARPA del Pentagono per condurre altri progetti di ricerca sui social media.

Le informazioni fatte trapelare da Edward Snowden, ex dipendente della NSA, rivelano che i governi americano e inglese hanno massicciamente usato Twitter, Facebook e altri strumenti di social media per fini di propaganda e travisamento.

Il Guardian continua:

Alcuni documenti preparati dalla NSA e dal GCHQ britannico (precedentemente pubblicati da the Intercept e da NBC News) hanno rivelato degli aspetti di alcuni di questi programmi. Essi includevano una unità adibita a "screditare" i nemici dell'agenzia diffondendo false informazioni in rete.

Quindi, potrebbe esserci una spiegazione molto valida per il crescente affidamento del governo americano su post "non ufficiali", spesso anonimi e non tracciabili, sui social media. Non è che questi siano un miglior sostituto del vecchio metodo di raccolta e analisi da parte di professionisti di intelligence qualificati. Potrebbe proprio essere che questi professionisti di intelligence spesso giungano alle conclusioni "sbagliate" e quindi debbano essere messi da parte.

Come abbiamo scoperto dal famigerato Downing Street Memo, scritto questo stesso giorno quattordici anni fa, il capo dei servizi segreti britannici osservava che:

Bush voleva rovesciare Saddam tramite azione militare, giustificata dalla congiunzione di terrorismo e armi di distruzione di massa. Ma l'intelligence e i fatti erano aggiustati per adattarsi alla linea prescelta.

In questo contesto - e in modo particolare dal momento che non ci fu alcuna ricaduta significativa, su entrambe le rive dell'Atlantico, per questo raggiro vergognoso e criminale da parte dei governi americano e britannico - potrebbe proprio essere che i social media siano il modo più nuovo ed efficace di aggiustare l'intelligence e i fatti addosso alla linea politica scelta.

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Nota [MM]
Daniel McAdams evidenzia come la situazione della politica estera americana stia diventando sempre più ridicola. I russi chiedono sarcastici: "Scusate, ma avete delle prove?", mentre i cittadini dell'occidente in maggioranza continuano apaticamente a pensare che dopotutto questo abbia poca importanza (e a credersi furbi per questo!). Sembra che l'85% degli americani sia convinto che in un modo o nell'altro siano stati i russi a far precipitare l'aereo malese.