Tra una pista da sci e una festa, Taki riflette sulla "minaccia russa"

Taki Theodoracopulos (Takimag, 25 marzo 2017)

Neanche una nuvola in cielo. Croccante neve di primavera. Giorni più lunghi e più caldi -- finalmente ho potuto fare qualche buona sciata, girando attorno a magnati come un vecchio campione artritico. E' tutto nella tua mente, come diceva il mio vecchio allenatore di wrestling: se pensi che l'altro sia meglio, sei destinato a perdere contro di lui. Lo stesso vale per la pista. Se ti fa paura, rimani al club e bevi un altro drink. Altrimenti, affrontala con gusto e sentiti di nuovo come un campione.

Lo stesso vale per il gentil sesso. Se sei troppo nervoso per parlarle, non fermarti.  Abbiamo quattro delle più belle giovani donne allo Spectator - tutte già catturate, ahimé - e sono riuscito a non fare il cretino con nessuna di loro (insomma, un pochino con una di loro, ma che diamine, nessuno è perfetto). E parlando di donne, alla festa d'estate dello Spectator l'anno scorso, verso la fine della serata quando ero ben carico di alcool, ho conosciuto Olga, una russa molto bella che lavora per Russia Today. Olga ha modi perfetti, una cosa per cui la sua controparte maschile non è famosa, e una conversazione davvero piacevole. Persino la MoMC [N.d.T.: "la madre dei miei figli"] l'ha giudicata troppo in gamba per me, quando si sono incontrate alla festa per il mio compleanno.

Recentemente ho letto molto su RT. Il mio amico regista cinematografico James Toback — che ha diretto il più grande film di tutti i tempi, Seduced and Abandoned [N.d.T.: si tratta di un documentario del 2013 con alcuni personaggi del cinema nella parte di se stessi, l'unico film in cui compare anche Taki] --- mi dice che è l'unico canale di notizie che guarda a New York. Potrei essere prevenuto verso la BBC e i canali americani a causa delle loro ipocrite pretese di imparzialità - imparziali come un chierico saudita che deve giudicare un trafficante ebreo - però amo RT e la ritengo innocente di fabbricazione di notizie false. E, a differenza dei broadcaster americani, ha senso dell'umorismo.

Quello che mi lascia di stucco è che se oggi si parla di qualcosa di russo, in America o in Europa, la gente reagisce nel modo in cui gli accademici reagivano negli anni '30 se qualcuno criticava Stalin e le sue purghe. Tra cinquanta e cento milioni  morirono nei gulag, e la gente di sinistra in tutto il mondo si voltava dall'altra parte; ora dite qualcosa di buono su Putin e siete finiti. Diciamolo direttamente: dall'adozione della Dottrina Truman nel 1947 fino al collasso dell'Unione Sovietica nel 1991, solo i giornalisti conservatori e alcuni politici demonizzavano la Russia, e nessuno lo faceva più del più grande scrittore greco dopo Omero.

Verso gli ultimi anni '80, l'ambasciatore sovietico ad Atene era diventato amico di mio padre, il più gelido guerriero di tutti quanti, e lo aveva convinto che tutto quello che Gorby voleva era fare accordi commerciali con l'Occidente. Gli ricordò inoltre quello che Georgi Arbatov aveva detto a papà quando mio padre era stato ospite del governo durante le Olimpiadi di Mosca del 1980, cioè che il più grande pericolo per la Russia proveniva dai 40 milioni di musulmani all'interno dell'Unione Sovietica, non dall'America e dall'Occidente.

Cento anni fa, dopo l'assassinio dello Zar, gli occidentali pensavano alla Russia come a una terra feroce e arretrata che ambiva a diventare una seconda America. Era una fesseria come mai ce n'è stata una. I russi sono un popolo spirituale, che ambiscono a connettersi a Cristo, non a Wall Street. Dopo il collasso del comunismo, l'America ha commesso il suo più grande errore prima dell'invasione dell'Iraq undici anni dopo. Invece di ascoltare George F. Kennan, uno straordinario esperto sulla Russia e diplomatico, e Richard Nixon, i quali entrambi consigliarono di aiutare il nuovo stato sia finanziariamente sia politicamente, Uncle Sam ascoltò le voci delle sirene neocon e circondò la Russia con la NATO. I neoconservatori poi raddoppiarono la loro follia convincendo un presidente idiota e il suo cagnolino al guinzaglio Tony Blair a invadere l'Iraq. Mille miliardi di dollari e centinaia di migliaia di morti dopo, non un singolo neocon è stato incarcerato o processato per questi crimini. Tuttavia Putin è stato demonizzato dagli stessi neocon e dai loro canali televisivi e quotidiani, come il New York Times, di proprietà di un messicano.

Oggi chi fra noi non si fa imbrogliare dalla propaganda neocon definisce un "tragico errore" l'espansione della NATO nell'ex blocco sovietico. E come risultato era destino che ci fosse un contraccolpo autoritario in Russia. Per non citare le privatizzazioni mostruosamente corrotte che uno Yeltsin ubriaco firmò. (I tifosi del Chelsea e altri beneficiari a Londra e New York dovrebbero erigere una statua all'ubriacone. Ci sono banchieri svizzeri e delle Bahamas che pregano per lui ogni giorno.)

Torniamo ora a Trump e Putin e al fatto che i media non accettino che la loro supremazia è semplicemente finita e il nuovo corso di Trump li vuole smantellare. Va da sé, i media stanno facendo resistenza, e il modo migliore per farlo è collegare The Donald a Vlad. Però fatevelo dire da Taki: qualsiasi cosa venga fuori saranno notizie false, impiantate da quelli riconoscibili per opposizione isterica a Trump e mancato rispetto per la verità.

La sfida più profonda di fronte all'America e all'Occidente non proviene dalla Russia e da Putin. Gli epiteti anti-russi sono una copertura per la guerra di classe che sta avvenendo in Occidente. Non è una guerra economica bensì una guerra morale, una che richiede comprensione cristiana, saggezza e amore cristiani. Lo so, suona stucchevole, ma così è. C'è uno sfruttamento morale della gente camuffato da liberazione. Se Putin è visto come un dittatore dall'Occidente, come dovremmo definire gli oligarchi non eletti della UE? Guardate RT e confrontate.

You have no rights to post comments