Ricordando forse una delle promesse elettorali berlusconiane, presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, in merito all’aumento delle pensioni minime, ha affermato:

Credo che faccia bene il Governo ad aumentare le pensioni minime a 780 euro, personalmente le avrei portate un po' più in alto, a mille euro, perché bisogna uscire dall'ipocrisia e dalla finzione che in Italia con 500 euro si possa vivere, non dico dignitosamente, dico sopravvivere.”

La generosità a costo zero per le proprie tasche è un must per ogni politico, soprattutto se non ha neppure l’onere di mantenere quella promessa di generosità.

Il problema è che qualcuno il conto lo deve pagare, e generalmente lo fa suo malgrado, mediante la tassazione.

E’ appena il caso di ricordare che molti di coloro che percepiscono una pensione minima non arriverebbero neppure a quella somma se l’assegno fosse calcolato in base ai contributi effettivamente versati. In altri termini, anche quanto percepiscono oggi, pur non essendo magari sufficiente a condurre una vita dignitosa, è frutto di redistribuzione pura e semplice.

E’ anche il caso di ricordare che molti di coloro che oggi si fanno carico di quegli assegni minimi non possono ragionevolmente aspettarsi pensioni in termini reali migliori di quelle, tra tre o quattro decenni, pur versando contributi con continuità.

Quindi sarebbe bene “uscire dall'ipocrisia e dalla finzione che in Italia” sia possibile continuare a distribuire una ricchezza che non c’è, nonostante si faccia già ampiamente uso della leva fiscale.

(Matteo Corsini)

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