Bionic Mosquito si avventura nelle acque più difficili per i libertari

Bionic Mosquito (LewRockwell.com, 1 settembre 2018)

Per natura tutti gli uomini sono uguali nella libertà ma non in altre doti.
Tommaso d'Aquino

Un buon punto di partenza; Freedom’s Progress?: A History of Political Thought di Gerard Casey.

Tommaso d'Aquino visse circa cinquant'anni, nel mezzo del tredicesimo secolo. È stato al cuore di quello che fu uno dei momenti più intellettualmente rivoluzionari della storia europea:

… fu tra quelli che guidarono la battaglia vittoriosa per far accettare le opere di Aristotele recentemente tradotte (in latino) dall'establishment accademico e ecclesiastico ....

In aggiunta ad Aristotele, un'altra fonte riscoperta alla base di questo periodo rivoluzionario fu il codice della legge romana dell'imperatore Giustiniano, sesto secolo. Una rapida digressione nell'opera di Giustiniano:

… Giustiniano cercò di riformulare l'intera legge romana in forma gestibile e coerente ... [I membri della seconda commissione] avrebbero letto i testi delle autorità, nessuno scritto più tardi dell'anno 300 d.C., per estrarre quanto fosse valido correntemente.

I compilatori erano autorizzati ad alterare i testi che mantenevano. Se una nuova versione di un testo differiva dalla vecchia, la nuova prevaleva, sulla base del principio del diritto di Giustiniano ad emendare la legge precedente come voleva.

Giustiniano era  Imperatore d’Oriente. Presumibilmente, la sua codifica della legge fu la base sulla quale fu costruito l’Impero Bizantino. Cosa possiamo dire a questo proposito? Questa legge codificata ha dato supporto ad un impero commerciale di grande successo, duraturo e ragionevolmente stabile; connettendo l’Asia e l’Europa Occidentale, la sua economia era molto più dinamica di quanto si poteva trovare a est o a ovest; il conio delle monete, anche se non derivato dal libero mercato, era rispettato; fu certamente uno dei fattori principali del successo commerciale. (La mia unica incursione di sostanza in questa storia è qui.)

Qui possiamo vedere chiaramente la questione: l’Europa Occidentale era governata da una legge più libertaria; l’Impero d’Oriente da una legge più codificata (sebbene, devo precisare che io non l’ho studiata). Le differenze nell’evoluzione degli scambi e dell’economia e della pace interna sono chiare e non si può far finta di non vederle. Viene in mente Rothbard e il suo saggio “The Myth of Efficiency". Nessuno dovrebbe confondere l’efficienza economica (un mito in qualunque caso) con la libertà:

la mia conclusione è che non possiamo decidere su politiche pubbliche, diritto civile, diritti, responsabilità, sulla base di efficienza e di riduzione dei costi. Ma se non costi o efficienza, allora su cosa ci dovremmo basare? La risposta è che solo i principi etici possono essere usati come criterio delle nostre decisioni. L’efficienza non può mai funzionare come base per l’etica; al contrario, l’etica deve essere la guida e il riferimento per qualunque considerazione sull’efficienza.

Tornando a Casey: le università di Parigi e Oxford, assieme agli ordini di domenicani e francescani, fornirono il veicolo intellettuale attraverso il quale Aristotele e Giustiniano furono integrati nel pensiero occidentale.

Tommaso scrisse poco di teoria politica direttamente; certamente scrisse che l’autorità politica può essere esercitata in modo legittimo solo se conforme alla legge. Dunque il punto d’interesse è la sua visione della legge. La legge è molto di più di un sistema per regolare gli affari degli uomini; è parte di un sistema di governo divino - e giunge all’uomo in questo modo:

  • Legge eterna, che è il disegno di Dio per l'intera creazione. È 'l’ideale della Divina Sapienza che dirige tutte le azioni e i movimenti'; tutte le altre forme di legge derivano dalla legge eterna;

  • Legge divina, che è quanto ci è dato per rivelazione nelle Sacre Scritture;

  • Legge naturale, che è 'la partecipazione della legge eterna in una creatura razionale', un riflesso della legge eterna che vediamo manifestata nelle creature. Essa dà a ogni cosa obiettivi in accordo con la sua natura: per l’uomo, questi sono la preservazione della sua stessa vita, la vita in società, la generazione ed educazione dei figli e la ricerca della verità;

  • Legge umana (o positiva), che è la legge come viene applicata agli uomini nelle loro circostanze concrete: è ordinanza della ragione a favore del bene comune, fatta e promulgata da coloro che sono a capo della comunità.

Casey si concentra su legge naturale e legge umana, e sulla relazione tra le due. Citerò molto Casey poiché questo argomento e questo periodo della storia europea sembrano al fulcro di molti punti importanti (e non voglio che la mia parafrasi complichi le cose): la transizione dalla vecchia e buona legge medievale alla legge burocratica e amministrativa post-rinascimentale; l’inevitabile e necessaria connessione tra pensiero cristiano e liberalismo classico (e quanto quest’ultimo abbia bisogno del primo).

La legge naturale è partecipazione dell'uomo alla legge eterna secondo la ragione. ... sebbene ci sia un senso di necessità nelle conclusioni generali, più ci si muove dalla generalità più le conclusioni sono aperte alle eccezioni.

Penso valga la pena leggerlo di nuovo e considerare l'idea di legge universale -- qualsiasi legge universale, sebbene ciò su cui mi focalizzo in questo blog sia la legge libertaria. Noi (libertari) possiamo accettare tutti le stesse "conclusioni generali", cioè non aggredire contro la persona o proprietà; però spostandosi dalle conclusioni generali a conclusioni specifiche si crea spazio -- persino la necessità -- per eccezioni. Io dico che queste eccezioni saranno determinate sulla base di norme culturali generalmente accettate, che non saranno "universali".

Inoltre, nelle questioni pratiche, quando si tratta della conclusione della ragione pratica, non solo è vero che non abbiamo lo stesso standard di verità o correttezza per tutti, è vero anche che le conclusioni non sono conosciute da tutti.

Se vi è sfuggito il mio punto precedente, questa affermazione di Casey dovrebbe chiarire le cose. Il più lontano ci si sposta dalle generalità, il più lontano ci spostiamo dallo "stesso standard di verità o correttezza per tutti"; chiunque affermi di avere l'unica verità nell'applicazione -- "l'unica risposta libertaria" (giusto per esempio) -- non ce l'ha perché non può averla. La sua filosofia politica è altrettanto pericolosa per l'uomo dei peggiori "ismi"  del secolo scorso.

Allora che dire della legge positiva?

Per avere forza morale, la legge umana o positiva deve derivare dalla legge naturale. Questo può avvenire in due modi.

Il primo è una conclusione da principi generali -- ad esempio, non uccidere, stuprare, commettere frode o rubare. Il secondo, per determinazione in particolari circostanze -- i trasgressori dovrebbero essere puniti, ma quale dovrebbe essere la forma della punizione?

C'è un po' di controversia riguardo a se e dove Tommaso traccia la linea che limita fin dove la legge si può spingere: se da una parte egli nota la natura poco avveduta del tentativo di regolamentare tutti i vizi per legge, secondo alcuni egli non rifiuta l'idea come principio. Casey presenta diversi esempi del contrario; esempi in cui Tommaso implica che solo i vizi più malvagi (omicidio, ecc.) dovrebbero essere oggetto della legge.

Le leggi positive possono essere giuste in virtù del loro oggetto (il bene comune), in virtù del loro autore (se rese esecutive senza valicare i poteri di chi lo fa), o in virtù della loro forma (quando il carico è distribuito in un modo che promuove il bene comune).

Le leggi positive possono essere ingiuste per due ragioni: primo, se dannose per il bene degli uomini (come leggi che sono un peso per il popolo ma benefiche per il sovrano, l'autore esce dai limiti del suo potere, il carico non è distribuito equamente). Persino qui, l'uomo deve obbedire a queste leggi se non farlo causerebbe scandalo o disordine (in casi come questi, "... l'uomo è obbligato a rinunciare al suo diritto").

Secondo, le leggi potrebbero essere ingiuste se contrarie alla bontà divina: "Dobbiamo obbedire a Dio prima che agli uomini".

Il legislatore non ha carta bianca. Leggi che richiedessero alle persone di fare cose che non si dovrebbero mai fare dovrebbero essere disattese. ... queste non sono tanto leggi quanto atti di violenza.

Anche qui, non si dovrebbe ubbidire a queste leggi  a meno che la disubbidienza non causi maggior disordine.

La legge umana può essere cambiata, tuttavia Tommaso preferisce non troppi cambiamenti.  I cambiamenti possono derivare da modifiche nelle usanze oppure attraverso azione legislativa diretta.

La seconda è qualcosa a cui ricorrere solo quando lo richiedono le necessità del bene comune ... Le usanze sono di tale importanza nelle questioni di legge che le leggi non dovrebbero essere modificate alla leggera, in quanto le modifiche nella legge ne diminuiscono il potere coercitivo.

Conclusione

Diciamolo subito: c'è spazio per molte trappole qui. La codifica della legge;  il margine lasciato ai legislatori per definire e considerare il "bene comune"; si deve obbedire anche alla legge ingiusta, se la disubbidienza causerebbe maggiori problemi.

Ma in quale contesto San Tommaso stava scrivendo? Stava scrivendo nel contesto della Cristianità, il matrimonio tra le tradizioni cristiane e germaniche. Sembra stia scrivendo con l'idea del legislatore in buona fede in mente, uno che rispetti questi costumi e tradizioni. La legge naturale può essere applicata appropriatamente se non c'è questo contesto?

Che altro ha offerto Tommaso? Non aspettatevi una legge applicata universale. Sì, la legge eterna e la legge divina sono universali, ma la legge naturale e, in modo più specifico, la legge positiva che ne derivano sono contestuali.

Per quanto concerne gli obiettivi della mia analisi, non esiste una legge universale libertaria - non quando si considera la legge in applicazione.  Le usanze e tradizioni locali influenzeranno l'applicazione (in legge) dei principi universali.  Nel grado in cui alcuni concetti della legge naturale servono da base alla legge libertaria, questo contesto (e la cultura e tradizione da cui deriva) dovrebbe essere tenuto in primo piano nel pensiero.

Il principio di non aggressione non può funzionare come sperato senza di esso.

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(Traduzione Maria Missiroli)

Originale sul blog Bionic Mosquito.

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