di Daniel McAdams

da The Ron Paul Institute, 19 febbraio 2014

In Ucraina, ribelli appoggiati dagli Stati Uniti si impadroniscono di armi da un deposito militare e cominciano a sparare sulla polizia - uccidendo almeno dieci poliziotti. I gruppi di ribelli occupano e incendiano edifici del governo, sedi di sindacati, l'ufficio postale centrale e sedi di partiti politici a Kiev. Occupano sedi locali del governo in altre città e attaccano fisicamente le autorità locali. Il loro obiettivo è rovesciare il governo eletto.

Le notizie sull'arrivo di rinforzi ai ribelli, con "grossi zaini vicino alle zone teatro delle più recenti proteste", sono sospettosamente reminiscenti del progetto "Internet in a Suitcase", finanziato dal governo americano per fornire attrezzatura per "attivisti" nei paesi candidati a cambi di regime.  Gli Stati Uniti hanno similmente addestrato ed equipaggiato i ribelli siriani.

Ribelli appoggiati dagli Stati Uniti sono fotografati in tutta l'Ucraina con armi, in qualche caso sono fotografati mentre sparano alla polizia. In Siria, gli Stati Uniti hanno segretamente fornito armi e approvato che l'Arabia Saudita, il Qatar e altri "amici della Siria" ne fornissero ancora di più. Un funzionario russo ha accusato gli Stati Uniti di armare l'opposizione ucraina.

Come in Siria, dove l'ambasciatore Robert Ford è stato dalla parte  dei ribelli sin dall'inizio dell'insurrezione, funzionari statunitensi hanno battuto un sentiero diritto verso i ribelli ucraini, offrendo il loro supporto e la loro assistenza. Il sentaore John McCain ha persino cenato con il presidente del partito Svoboda Oleh Tyahnybok, qui in una posa decisamente diversa. Il vice Segretario di Stato Victoria Nuland è stata intercettata mentre complottava il rovesciamente e la sostituzione del governo ucraino con l'ambasciatore americano in Ucraina, Geoffrey Pyatt.

Pyatt, un uomo certamente privo di ogni senso di auto-riflessione, ha affermato con decisione che il suo complotto per rovesciare il governo ucraino, ben chiaro dalle registrazioni, era meramente "aiutare a costruire ponti tra i governo e l'opposizione". Ovviamente in senso letterale è vero: egli è attivamente impegnato a costruire un ponte verso il potere governativo per l'opposizione ucraina.

I ribelli siriani sono presentati come un gruppo moderato di potenziali democratici con l'obiettivo di riforme politiche; i ribelli ucraini sono presentati come un insieme di "dimostranti pacifici" pro-occidente e pro-UE. In entrambi i casi il vero potere nelle strade è stato di estremisti radicali che hanno avuto considerevoli contatti con funzionari statunitensi.

In Siria, il presidente Assad ha reagito inizialmente alle sommosse con offerte di compromesso, incluso l'accordo per un referendum costituzionale che ha messo fine a generazioni di governo di un solo partito. In Ucraina, il presidente Yanukovich ha garantito l'amnistia ai manifestanti violenti, abrogato leggi viste come limitazioni alle proteste, licenziato il suo governo su richiesta dell'opposizione e persino offerto di chiamare leader dell'opposizione in un nuovo governo ad interim. Ogni mossa verso il compromesso e la conciliazione con l'opposizione è stata accolta con accresciuta violenza e escalation delle richieste da parte dei ribelli, soprattutto recentemente dopo che i leader dell'opposizione si sono incontrati con funzionari USA e UE ad una conferenza di sicurezza a Monaco.

Il presidente Obama avverte severamente il governo ucraino contro il ripristino dell'ordine: "Ci aspettiamo che il governo ucraino mostri moderazione e non ricorra alla violenza nel trattare con manifestanti pacifici." Obama ha fatto una criptica allusione alla possibile escalation del coinvolgimento degli Stati Uniti, dicendo: "Monitoreremo molto attentamente la situazione, riconoscendo che, insieme con i nostri partner europei e la comunità internazionale, ci saranno conseguenze se si oltrepassano certe linee."

Similmente, Obama aveva avvisato il presidente Assad di non intraprendere azioni per difendere il suo paese contro ribelli armati che combattevano per rovesciare il governo.

Un'altra linea rossa segnata? Questa volta alle porte della Russia?

Ecco di nuovo la domanda da un milione di dollari: Cosa farebbe Washington se ribelli con l'intento di rovesciare il regime di Obama razziassero depositi militari di armi, uccidessero almeno dieci poliziotti e ne ferissero dozzine di altri, appiccassero fuoco a Washington D.C., occupassero importanti edifici del governo incluso il complesso del Campidoglio e chiedessero una modifica alla Costituzione che favorisca la loro ascesa al potere?

Obama ha avvisato il governo ucraino di assicurare che "l'esercito ucraino non intervenga per risolvere conflitti che possono essere risolti dalle forze civili". L'esercito degli Stati Uniti fu chiamato per sedare una protesta molto meno significativa a Seattle in occasione del meeting del WTO nel 1999.

L'area del Campidoglio è stata in stato di blocco totale innumerevoli volte per "minacce" quali una donna mentalmente disturbata che guidava erraticamente, disarmata, poi uccisa a colpi d'arma da fuoco dalla polizia.

Non c'è bisogno di essere dalla parte di alcuno dei gruppi in opposizione in Ucraina per evidenziare la soffocante ipocrisia della posizione degli Stati Uniti.

Ma ciò che è veramente straordinario sono le molte similarità tra gli avvenimenti in Siria e quello che sta ora avvenendo in Ucraina. Sembra quasi come se la stessa mano con lo stesso programma politico stia pianificando entrambe le operazioni di cambio di regime...