di Eric Margolis (LewRockwell.com, 14 febbraio 2015)

Il presidente della Russia Vladimir Putin ha tolto le castagne dal fuoco a Barack Obama per la seconda volta?

Resisterà il traballante cessate-il-fuoco in Ucraina cominciato questo fine settimana, mettendo fine ad un conflitto che stava minacciando una guerra nucleare tra Stati Uniti e Russia?

La risposta alla prima domanda è sì. Ricordate quanto avvenne nel 2013, quando la Casa Bianca di Obama stava minacciando di attaccare la Siria sulla base di accuse di aver usato gas velenosi?

Andò a finire che l'ONU concluse che verosimilmente erano stati i ribelli siriani appoggiati dagli Stati Uniti ad usare armi chimiche, e non il regime di Damasco.

Il premio Nobel Obama, insieme alle signore che per lui lavorano alla strategia, sono andati vicino a portare gli Stati Uniti in una guerra in Siria che avrebbe potuto condurre a scontri diretti con la Russia, alleata del governo di Damasco.

A questo punto è arrivato l'improbabile uomo di pace, Vlad Putin dalla Russia, a delineare un corso diplomatico di uscita dal pasticcio siriano per l'impappinata Casa Bianca, che con le sue parole si era cacciata in un angolo da sola.

Ora, sembra che il costantemente denigrato leader russo lo stia facendo di nuovo. L'accordo di tregua forgiato a Minsk la settimana scorsa potrebbe porre termine, o almeno smorzare, il conflitto in Ucraina orientale che stava attirando gli Stati Uniti e la Russia in un confronto diretto. Non si può sapere se la tregua resisterà, ma l'assoluta necessità di un accordo negoziato sulla crisi ucraina non potrebbe essere più lampante. Le potenze con armi nucleari non devono scontrarsi militarmente mai e poi mai.

Il presidente Putin ha proposto la soluzione più di un anno fa: autonomia in uno stato federale e diritto a parlare russo per l'Ucraina orientale. Particolarmente importante. l'Ucraina non doveva mai entrare nella NATO. Se fosse successo, la vitale base navale russa di Sebastopoli sarebbe stata sotto il controllo NATO - una cosa impensabile per Mosca come per gli Stati Uniti sarebbe avere Norfolk, Virginia, sotto controllo cinese o russo.

Gli aggressivi nazionalisti ucraini e i loro sostenitori americani rifiutarono il piano di Putin e attaccarono cercando di imporre il controllo totale di Kiev tramite forza militare.

E' ironico che gli Stati Uniti abbiano dato totale supporto alla guerra di Kiev contro quelli che chiamano "ribelli" e "terroristi", al tempo stesso armando e finanziando i ribelli sunniti in Siria, chiamati dal governo di Damasco "ribelli" e "terroristi".

Un accordo di pace arriva neanche un'ora troppo presto. E' già programmato che un intero battaglione di soldati americani arrivi in Ucraina occidentale per "addestrare" le truppe governative e guidarle in battaglia. Questo progetto insensato ha un potenziale scontro con la Russia scritto sopra a grandi lettere.

Immaginate se arrivassero truppe russe fuori Montreal ad addestrare forze canadesi. Gli Stati Uniti non hanno interessi strategici in Ucraina, che ha fatto parte dell'Unione Sovietica/Russia fino al 1991. L'intero pazzesco schema è stato promosso dai neocon come un modo per indebolire la Russia e attirare l'Ucraina nella loro orbita ideologica.

L'Ucraina, come l'intero circo intorno a Charlie Hebdo, è stato politicamente molto utile. Stephen Harper, il primo ministro del Canada proveniente dall'area di destra, ha spudoratamente fatto appello agli elettori di origine ucraina (ce ne sono più di un milione in Canada), facendo ogni sorta di minaccia bellicosa contro Mosca, nonostante il Canada, militarmente debole, a stento riuscirebbe a resistere contro il Lussemburgo. Puro teatro politico.

E' interessante che il leader dal pugno di ferro della Bielorussia, Alexander Lukashenko, da lungo tempo obiettivo di invettive sui media occidentali, sia diventato una forza moderata importante nella crisi ucraina, avendo bloccato in parte i tentativi della destra polacca anti-Russia di intensificare la crisi.

L'obiettivo di Putin chiaramente non è annettere l'Ucraina alla Russia - almeno non oggi. Semplicemente, Putin vuole assicurare che l'Ucraina non diventi una lancia della NATO puntata al cuore della Russia o al Mar Nero. L'Ucraina è uno stato in bancarotta dal 1991, guidato da politici incompetenti, gangster e oligarchi.

Il Fondo Monetario Internazionale, diretto dagli Stati Uniti, sta preparando un prestito di emergenza di 17,5 miliardi di dollari per tenere l'Ucraina appena a galla. Si prevede siano urgenti nel prossimo futuro altri 40 miliardi di dollari. Kiev è riuscita a pagare a Mosca metà del suo debito di 2,2 miliardi di dollari per il gas, verosimilmente con aiuto americano. Ma l'inverno sarà lungo e freddo.

L'economia russa sta vacillando sotto il peso del prezzo del petrolio ai minimi e dell'embargo commerciale voluto dagli Stati Uniti. L'ultima cosa di cui Mosca ha bisogno è dover finanziare l'Ucraina in bancarotta. E' da notare che l'Europa occidentale sembra stia soffrendo ancora di più a causa delle sanzioni volute dagli USA e sta chiedendo a gran voce che siano cancellate.

Putin ha avuto indietro la Crimea e l'Ucraina è nel caos. La cosa più importante, la marcia verso la guerra in Ucraina tra le potenze nucleari Russia e Stati Uniti è stata evitata. Partita a Putin.

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