9 aprile 2017


Per circostanze insolite stamane mi sono trovata a dover trascorrere qualche ora solitaria in un paesino sulle colline riminesi.

Il paese è piacevolmente ristrutturato e in ottimo stato. Le viuzze del centro storico cintato di mura erano davvero pittoresche in questa domenica delle Palme assolata.  La chiesa è molto curata e ben decorata. La piazza era piena di gente, anche molti ragazzini, tutti allegramente indaffarati tra una caccia al tesoro e la benedizione dei rami d'ulivo. Il caffè sotto al municipio, l'edificio principe della piazza porticata, aveva i tavolini fuori su cui la gente chiacchierava placidamente.

Vagavo assorta tra vari pensieri, ma soprattutto provando a riflettere sull'interrogativo bruciante di questi giorni: cosa è successo a Trump?

Non è tanto il fatto in sé. Che Trump cedesse alle pressioni del Deep State, o che cadesse vittima della seduzione del potere, si poteva mettere in conto. Sono le modalità ad essere inspiegabili. Sembra una beffa: dopo i fatti del 2013 (il presunto attacco chimico di Assad, a cui Trump stesso non aveva creduto - una delle poche voci contrarie all'attacco alla Siria), all'improvviso senza alcuna logica si ripropone lo stesso copione, in un momento in cui ha ancora meno senso dell'episodio precedente, e Trump nel giro di pochissimo fa lanciare missili su una base siriana. Pochi giorni prima aveva detto che rimuovere Assad non era più un obiettivo americano, tra le critiche feroci dei soliti guerrafondai (fra cui l'immancabile, lievemente demente McCain). Trump con questa mossa aiuta i terroristi di ISIS e Al-Qaeda che dichiara di voler combattere,  e non può non saperlo. Terroristi che in realtà sono, più spesso che non, mercenari.

Questo sito ha preso spunto proprio da quei fatti del 2013. Allora mi aveva sbalordito come quelli con cui parlavo credessero supinamente all'attacco di Assad contro la sua stessa gente. In questi anni sono successe tante cose, dal colpo di stato in Ucraina, alla demonizzazione crescente della Russia, l'intervento dei russi in Siria, fino al Brexit e appunto alla campagna di Trump. E dopo aver in qualche modo apprezzato almeno in parte la figura di Trump, ecco ora lo stesso attacco, sventato 3 anni e mezzo fa, compiuto proprio da Trump con motivazioni uguali ma ancora più fievoli, e quasi senza preavviso.

Allora, cosa è successo? Forse l'establishment terrorizzato non ha trovato altra via che reagire con la massima urgenza, per scongiurare la pace. Improvvisamente agire è diventato improrogabile, in fretta, prima che la gente avesse il tempo di rendersi conto. Forse Trump è stato preso in ostaggio, ricattato o ipnotizzato o qualcosa del genere. Effettivamente non ho trovato evidenza di parole realmente dette da lui a sostegno dell'attacco. C'è l'assurda lettera al Congresso in cui si parla di "sicurezza nazionale", che sembra proprio finta. C'è un tweet altrettanto assurdo, in cui ci si congratula con l'esercito per aver "rappresentato così bene gli USA e il mondo" (se non sembra finto questo... )

O forse è stata proprio una mossa di scacchi volontaria da parte di Trump per spiazzare i suoi nemici, mettere a tacere per sempre le accuse di collusione con i russi, e, come davvero è stato detto sulla CNN, diventare veramente presidente agli occhi di tutti. Dopotutto l'attacco è stato piccola cosa, i russi e anche i siriani sembra siano stati avvertiti in anticipo. E all'improvviso tutte le critiche così feroci a Trump si placano d'incanto, i suoi nemici di fino all'altro ieri lo lodano.

Però l'establishment guerrafondaio è troppo gongolante. Sembrano sicuri di aver vinto su tutta la linea. Da Netanyahu a Erdogan e ai sauditi, ovviamente ai neocon, ai democratici, a voci di casa nostra, tutti sembrano convinti che il pericolo costituito da Trump sia definitivamente  scampato; come se tutto fosse diventato come se avesse vinto la Clinton o un neocon, come se fossero certi che da qui in poi su Trump si può contare.

E' stata forse una messinscena fin dall'inizio? Tutta la campagna, gli attacchi sui media unanimi, le proteste per la sua elezione... Controlled opposition? Ma no, non si può fingere in quel modo, e non avrebbe avuto senso. Non avesse criticato l'establishment come ha fatto, Trump avrebbe vinto molto più facilmente. Trump era proprio come sembrava, basta ascoltare bene le cose che diceva. E' stato contro l'invasione dell'Iraq nel 2003, ha espresso dubbi sui fatti dell'11 settembre appena sono avvenuti.

Proprio non ha senso. Cercavo febbrilmente notizie nuove col telefono, qualcosa che aiutasse a chiarire il mistero.
Il mondo si trova forse sulla soglia di una guerra nucleare per una serie di azioni insensatamente disperate dell'elite globalista?!

Mi dico sempre che la chiave per capire le notizie è pensare all'impatto emotivo sulla gente. Nessun essere umano o gruppo di esseri umani è in controllo degli eventi. Nelle cose che succedono c'è sempre una lezione costruttiva per ognuno. Da una parte ci sono i supporter di Trump, ovvero la sua base, impegnata contro l'establishment. L'effetto su questi è disorientamento, rabbia, demoralizzazione, rassegnazione. Sembrava di aver ottenuto la possibilità di un'inversione di rotta, e all'improvviso tutto torna come prima. L'establishment è di nuovo in sella. Tanta fatica, ed è come se avesse vinto Hillary. La lezione da assorbire sarebbe quella che non basta eleggere un individuo diverso, se non cambiano le idee nella testa delle persone, come non si stanca di ripetere Ron Paul. Non serve a niente essere delusi da Trump.

Dall'altra parte ci sono i tantissimi che hanno creduto alla demonizzazione di Trump. Avranno notato, costoro,  che quelli che demonizzavano Trump hanno repentinamente cambiato idea non appena Trump ha fatto una cosa veramente brutta? Qui sì che ci sarebbe una lezione importante. Non so se la coglieranno in tanti (quelli che hanno creduto alla demonizzazione mediatica di Trump - vecchia maniera - apaticamente non fanno caso a cose macroscopiche), però dovrebbero.

Così assorta in questo enigma, cercando invano una risposta che ancora non c'è, camminavo sotto il portico del paesino, di fronte al municipio. C'erano lapidi con i nomi dei paesani caduti in varie guerre, a cominciare da metà diciannovesimo secolo. Leggevo i nomi, pensavo allo spreco di giovani vite. Erano scrupolosamente suddivisi tra morti in battaglia, e morti per malattia.

E poi ho visto una lapide diversa, proprio accanto all'ingresso del municipio. Aveva un'aria veramente lugubre, come un manifesto funerario, però di quelli più lugubri. A grandi lettere spiccava il nome di Giuseppe Garibaldi. Chissà quante ce ne sono sparse per l'Italia.  Incuriosita, mi sono avvicinata per leggere l'iscrizione, ovviamente con il dovuto scetticismo, non aspettandomi nulla di buono.  Ma nonostante le aspettative, è stato come un brivido raggelante. Per qualche secondo sono rimasta attonita. Poi mi è venuto quasi da ridere. L'enigma di Trump mi è apparso sotto una luce diversa.

Trascrivo il testo della lapide:

GIUSEPPE GARIBALDI
INCARNAZIONE SUBLIME DEL GENIO NAZIONALE
SENTI' NELLA PATRIA L'UMANITA'
DIO NEL POPOLO
L'AZIONE NEL PENSIERO
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QUI LA SUA APPARIZIONE IL 16 OTTOBRE 1859
SOLLEVO' SCHIERE DI GIOVANI A VOTARSI ALLA MORTE
PER DISTRUGGERE LA TIRANNIDE SACERDOTALE
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IL MUNICIPIO 20 SETTEMBRE 1895
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Garibaldi era, piuttosto ovviamente direi, un terrorista mercenario (basterebbe pensare a quella cosa dei "due mondi"... dubbi proprio non ce ne dovrebbero essere)

Se quella lapide è lì e nessuno ci fa caso, questo la dice lunga sull'atteggiamento delle persone. Si può dire qualunque cosa, esprimere qualunque contraddizione e la gente in massa non se ne accorge.  La storia continuamente ci manda messaggi molto chiari, soprattutto in questi intensissimi giorni con il mondo sull'orlo della guerra. Sta a noi vedere la lezione.

Garibaldi

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