di Paul Rosenberg (da LewRockwell.com, 13 settembre 2014)

Il problema con la maggior parte degli esseri umani non è che essi hanno un'opinione troppo alta di sé: al contrario, è che essi hanno un'opinione troppo bassa di sé. Mostrano quello che G.K. Chesterton chiamava una "strana e orribile umiltà". Per dirlo chiaro e tondo, siamo stati addestrati ad auto-accusarci perpetuamente.

Diventiamo adulti per criticarci senza sosta, per essere costantemente preoccupati di fare qualcosa di male. La legge ci insegna che siamo sempre sull'orlo di essere puniti. Tutti gli anni che passiamo a scuola ci insegnano ad aver paura degli errori. Purtroppo, molte religioni ci insegnano che siamo sempre sull'orlo di cadere in peccato e dannazione.

La verità, però, è che non siamo così cattivi. E' solo che lo pensiamo.

Ovviamente, qualche volta davvero facciamo cose cattive ... ma neanche remotamente così spesso come erroneamente crediamo di noi stessi. E una grande percentuale di questi sbagli avvengono proprio perché non abbiamo fiducia in noi stessi!

“La natura umana è sottostimata”

Gli esseri umani hanno profondamente svalutato se stessi, e non sono certo il primo a dirlo. Ecco cosa scrisse lo psicologo Abraham Maslow:

La storia umana è un registro dei modi in cui la natura umana non è stata valutata come meriterebbe. Le più alte possibilità della natura umana sono state sottovalutate praticamente sempre.

E questa è la citazione di Chesterton (da The Defendant) a cui ho fatto riferimento sopra:

C'è una strana legge che attraversa tutta la storia umana - e cioè che gli uomini tendono continuamente a sottostimare il loro ambiente, sottostimare la loro felicità, sottostimare se stessi. Il grande peccato dell'umanità, il peccato rappresentato dalla caduta di Adamo, è la tendenza non verso l'orgoglio, bensì verso questa strana e orribile umiltà.

E visto che abbiamo tirato in ballo Adamo, vale la pena sottolineare che il Salmo 82 della Bibbia dice qualcosa che molta gente trova sconvolgentemente anti-biblico:

Voi siete dei. 

Questa affermazione fu ripetuta, a proposito, nientemeno che da Gesù. Interpretatelo come volete, ma chiaramente non ci stavano chiamando perdenti nati e degenerati.

La verità è che siamo molto di più e molto meglio di quanto ci attribuiamo, ed è ora di smettere di trattare noi stessi come fossimo bestie pericolose.

Agenti di creazione

Gli esseri umani sono agenti di creazione nell'universo. Per esempio, abbiamo preso i materiali grezzi dell'universo fisico e li abbiamo trasformati in cose di valore molto più grande.

Abbiamo trasformato terra e rocce in metalli, poi in veicoli, poi abbiamo usato questi per generare elettricità tramite forze invisibili che abbiamo imparato a controllare. Abbiamo costruito apparecchi elettronici incredibilmente complessi, abbiamo raccolto tutta l'informazione del mondo e l'abbiamo resa disponibile per noi su apparecchi che teniamo in tasca. Abbiamo inviato uomini sulla luna [N.d.T.: mah... forse ...] e sonde fuori dal nostro sistema solare. Viaggiamo di routine sugli oceani e nei cieli ... abbiamo decifrato il DNA e diviso l'atomo ...  e molto, molto di più.

Non dovremmo ricevere alcun credito per tutto questo? Dovremmo ignorarlo del tutto, perché preferiamo aggrapparci alla nostra miseria abituale?

L'individuo umano è un'entità incredibile nell'universo - molto più elevata e migliore di qualsiasi altra cosa che possiamo vedere.

E tuttavia…

E tuttavia, in maggioranza abbiamo cattive sensazioni di noi stessi. E' stupido, sbagliato e persino masochistico, tuttavia questa sottostima di se stessi continua senza sosta.

Sì, come molti sarebbero pronti a mettere in evidenza, gli esseri umani hanno fatto cose molto cattive. Ma quelli sono alcuni esseri umani, non tutti noi. La grande maggioranza degli esseri umani collabora con gli altri per la maggior parte della loro vita. Amano le loro famiglie e lavorano con i loro amici. A parte i momenti di sbandamento temporaneo, perlopiù costruiscono e producono. Sì, ora c'è un'ampia classe dipendente dagli altri, ma soprattutto perché sono stati tentati, spinti o vi sono caduti.

Persino il contesto del commercio e degli affari - spesso considerato un contesto di competizione - è una questione di collaborazione con gli altri molto più di quanto sia qualunque altra cosa. L'imprenditore deve indurre i suoi dipendenti, fornitori, banche e clienti a collaborare con lui. Se non riesce a suscitare quella collaborazione, non ha giro d'affari.

In realtà, le cattiverie dell'umanità aiutano a rafforzare quello che sto sostenendo. Non ho lo spazio per dilungarmi su questo (l'ho fatto sul numero 25 della mia newsletter), ma cominciamo con una frase di Hannah Arendt [N.d.T.: nota filosofa tedesca, 1906-1975], che aveva studiato attentamente la malvagità umana:

La triste verità è che il male è perlopiù compiuto da esseri umani che non hanno mai capito se erano buoni o cattivi.

La maggior parte del male effettivo non è fatto volontariamente, bensì da persone che abbandonano la loro volontà. Si ritrovano deboli e in balia delle circostanze. E' precisamente di questo che abbiamo parlato in questo articolo: gli esseri umani la cui collaborazione è stata essenziale al male, hanno collaborato precisamente perché hanno sottovalutato se stessi. Non si sono sentiti all'altezza di asserire le loro opinioni.

Quindi, se queste persone fondamentalmente decenti pensassero meglio di se stesse - cioè si sentissero abbastanza fiduciose da asserire se stesse - la maggior parte della malvagità umana semplicemente svanirebbe.

“La bontà dell'esistenza”

Ecco un altro passaggio di Chesterton da The Defendant:

Ognuno dei grandi rivoluzionari, da Isaia a Shelly, è stato un ottimista. Erano indignati non dalla malvagità dell'esistenza, ma dalla lentezza degli uomini nel comprendere la sua bontà.

Sia Chesterton che Maslow avevano ragione; la triste verità è che la storia umana è stata dominata da uomini che hanno sottostimato se stessi pensando fosse la cosa naturale da fare. Erano troppo intimoriti per difendere e seguire i loro propri pensieri.

Ci siamo soffermati sulle nostre inabilità più che sulle nostre capacità, e di gran lunga. Siamo stati spinti dalla paura del fallimento, invece che dal perseguimento dei nostri desideri. Siamo stati intimoriti e confusi, sicuramente c'era qualcosa di difettoso in noi stessi.

Ma quella era una illusione dannosa, non la realtà.

E' ora di smettere di credere che sia il nostro ruolo nella vita farci comandare a bacchetta, per timore di metterci in imbarazzo. Ed è ora di cominciare ad aver fiducia nel nostro proprio giudizio, di cominciare ad agire in base alla nostra volontà.

Chiudo con qualche verso da una canzone degli Eagle, Already Gone:

So oftentimes it happens (Così spesso succede)

that we live our life in chains, (che viviamo la nostra vita in catene,)

and we never even know we have the key (senza neanche aver mai saputo che avevamo la chiave)

Abbiamo veramente la chiave, e la si usa tramite la comprensione di essere veramente migliori di quanto pensassimo di essere ... e agendo in base a questa fiducia.

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