di Daniel McAdams (da Ron Paul Institute, 21 agosto 2014)

La banda islamica ISIS/ISIL sta fornendo il pretesto per un'altra importante guerra americana in Medio Oriente. Funzionari ai vertici dell'amministrazione USA stanno alzando a pieno volume la retorica di atrocità e di guerra. Qualcosa sta succedendo.

Il Segretario alla Difesa Chuck Hagel era quasi isterico oggi, dicendo su NBC news che l'ISIS costituisce una "minaccia imminente" per gli Stati Uniti.

Hagel sembrava fosse nel panico, mentre sostanzialmente avvertiva di aspettarsi un attacco a breve:

L'ISIL costituisce una minaccia più grande dell'11 settembre. L'ISIL è più sofisticato e ben finanziato di ogni altro gruppo visto finora. Sono più che semplicemente un gruppo terroristico. Essi sposano l'ideologia con una sofisticata abilità militare strategica e tattica e sono straordinariamente ben finanziati. Questo è molto oltre qualsiasi cosa abbiamo visto. Ci dobbiamo preparare per ogni possibilità. Preparatevi! ... Sono una minaccia imminente per ogni nostro interesse.

Determinato a non essere da meno, il generale Martin Dempsey, chairman dello Stato Maggiore Congiunto americano, ha detto che per sconfiggere l'ISIS dobbiamo attaccare la Siria!

Dempsey ha detto :

Questa è un'organizzazione con una visione strategica apocalittica, da fine del mondo, che dovrà essere sconfitta. Possono essere sconfitti senza affrontare la parte dell'organizzazione che risiede in Siria? La risposta è no.

La macchina da guerra statunitense sta accelerando come un fulmine. Come nell'attacco all'Iraq nel 2003, ci sono poche voci che invitano alla cautela, e quelli che effettivamente lo fanno sono sovrastati dai tanti che gridano che dobbiamo schiacciare l'ISIS ora! L'ISIS è la più grande minaccia agli Stati Uniti, e così via, dicono. Precisamente quello che dicevano di Saddam Hussein appena 12 anni fa.

Sembra che gli Stati Uniti non abbiano imparato niente dalle bugie per la guerra in Iraq nel 2003.

Come è stato che questa spinta verso la guerra improvvisamente è accelerata? In modo sospetto.

Ancora pochi giorni fa, l'amministrazione Obama giustificava il ritorno in Iraq affermando che le bombe americane in Iraq erano molto limitate, mirate a salvare i Yazidis e a proteggere il personale americano nel Kurdistan iracheno.

Poi abbiamo saputo che la maggior parte delle bombe lanciate sono cadute su aree che non avevano nulla a che fare con gli obiettivi dichiarati. Abbiamo saputo che il numero di Yazidis in pericolo a causa dell'ISIS non era neanche lontanamente vicino a quanto ci era stato detto.  E abbiamo saputo che gli Stati Uniti avrebbero avuto bisogno di più truppe in Iraq anche se ci era stato detto che le truppe di terra non erano contemplate.

Critici come Ron Paul hanno cominciato a parlare dell'espansione della missione in Iraq ben oltre i suoi obiettivi dichiarati.

Poi, improvvisamente è emerso un singolo evento unificatore che ha riempito d'orrore anche molti scettici, convincendoli della necessità di una guerra americana contro l'ISIS: un video drammatico che si presume mostri un combattente inglese  dell'ISIS che decapita il giornalista americano James Foley. Si tratta tuttavia di un video strano e sospetto. Da una parte ci dicono che l'ISIS è l'organizzazione più spietata e assetata di sangue che il mondo abbia mai visto.  Ci dicono che sono stati cacciati fuori da al-Qaeda per la loro eccessiva brutalità. Ma in qualche modo la decapitazione del giornalista è stata tagliata fuori dal film che si presume sia stato girato dall'ISIS stesso. Quella sequenza comincia con il coltello applicato alla gola e poi salta ad un fermo immagine di quello che sembra un cadavere che una testa appoggiata sul torace.

Con questo non si vuole certo sminuire quello che potrebbe davvero essere il brutale e disgustoso assassinio di Foley. Ma se l'ISIS è folle e malvagio come dipinto dalla propaganda, perché tagliare via le parti raccapriccianti del video? Non era stato fatto per sconvolgere? Non sono forse quelle le parti più efficaci se lo scopo è terrorizzare il governo americano per far cessare i bombardamenti delle posizioni dell'ISIS?

E perché i governi occidentali stanno facendo tanto rumore per sopprimere il video?

Come scrive oggi Glenn Greenwald, gli stessi "social media" tenuti in così alta considerazione dal Dipartimento di Stato come importante fonte di informazioni hanno annunciato che impediranno a chiunque di postare il video della presunta decapitazione e sospenderanno gli account di chiunque provi a postarlo.

Il governo britannico ha annunciato che persino guardare il video costituirà un atto di terrorismo!

Stanno forse cercando di prevenire un'analisi più attenta di ciò che potrebbe essere presentato come il casus belli per una invasione americana nella regione?

Un anno fa John Kerry era "certo" che il governo di Assad avese ucciso con il gas i suoi stessi cittadini a Ghouta. Doveva essere questo il pretesto per l'attacco americano alla Siria, da lungo tempo desiderato dai neocon: cioè, salvare il popolo da un governo assassino. Furono sollevati dubbi e gli Stati Uniti rifiutarono di fornire prove delle loro accuse. Obama non ottenne la guerra che la sua amministrazione desiderava. Le accuse degli Stati Uniti in seguito furono dimostrate false.

Ora sono Hagel e Dempsey che hanno il compito di intensificare la propaganda e preparare il fronte interno per la battaglia imminente. Il loro approccio è ancora una volta basato sulla paura. E ancora una volta sembra funzioni.

Hagel ha detto "preparatevi". Prepararsi è giusto: prepararsi per una grande guerra americana in Medio Oriente che nel giro di giorni o settimane includerà finalmente l'invasione della Siria, a lungo rinviata.

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Nota [MM]
Vorrei segnalare sullo stesso argomento anche questo articolo di Eric Margolis, che suggerisce cautela nell'accettare il video della decapitazione, e ricorda che quel metodo di esecuzione è spesso usato in Arabia Saudita, dal governo alleato degli americani, verosimilmente anche contro avversari politici della monarchia, senza che vi sia  una sola parola a proposito sui principali media americani, così turbati dal video su Foley.

A differenza di McAdams, io credo che anche stavolta, come un anno fa, la propaganda non funzionerà. Le stesse cose sono state dette troppe volte, e la gente istintivamente non ci crede più, anche non conoscendo i dettagli.

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