di Gary North (da GaryNorth.com, 7 luglio 2014)

Janet Yellen ha tenuto un discorso il 2 luglio. Naturalmente ha ricevuto molta attenzione sui media finanziari.

Nel corso degli anni, ho diligentemente fornito traduzioni dei discorsi dei chairmen del Board of Governors of the Federal Reserve System -- la minuscola parte della FED che è tecnicamente parte del governo degli Stati Uniti. A quanto mi risulta, io sono l'unico editorialista finanziario che fornisce un servizio di traduzione dal FEDspeak all'inglese.

Greenspan era un maestro di FEDspeak. Bernanke preferiva dare lunghi e noiosi sommari, con molti dettagli di poco significato, della storia recente di eventi finanziari che tutti già conoscevano. Quando diceva qualcosa di sostanziale, di solito risultava essere sbagliato, come la sua ripetuta insistenza che non ci fosse alcuna bolla immobiliare.

La Yellen usa un approccio diverso. Lei preferisce parlare di quello che la Federal Reserve potrebbe fare, che veramente dovrebbe fare, però non ha ancora fatto. Evita scrupolosamente di menzionare date, lasciando la porta aperta per svincolarsi in futuro.

Tutto ciò confonde le questioni reali. Tutto ciò riempie il tempo allocato al discorso senza fornire alcun dato specifico. Questa è la versione FED di "trasparenza". Trasparenza negli affari burocratici significa questo: "dare l'illusione al pubblico che sia rivelato qualcosa di significativo, mentre nulla di significativo è rivelato". Al contrario, tutto quanto sia significativo è tenuto nascosto.

La chiave per capire la presidenza della dottoressa Yellen da questo punto in poi è capire che lei è una specie di mistico. Immaginate uno swami indiano in perizoma, con gli occhi chiusi, la faccia che rivela l'essere un tutt'uno con l'universo. Egli continua a ripetere un mantra: "Om".

Il mantra delle Yellen è "macroprudenziale".

Tutti i chairmen della FED presumono correttamente che nessuno sui media di mainstream si prenderà il tempo di esaminare i loro discorsi, punto per punto, per vedere se è stato presentato qualcosa di significativo. Il messaggio di questi tempi è sempre lo stesso.

1. Prima del 2008, non sapevamo quello che stavamo facendo.
2. Abbiamo imparato dai nostri errori.
3. I temi economici sono altamente complessi.
4. La natura esatta delle cause in economia rimane un mistero.
5. Stiamo lavorando a piani di emergenza.
6. Abbiamo molta fiducia in questi piani.
7. Questi piani non sono stati ancora completamente messi in pratica.
8. Non siamo sicuri di quando saranno completamente messi in pratica.
9. Stiamo monitorando la situazione.
10. Ci sono ancora domande importanti a cui dare risposta.
11. Tuttora non abbiamo alcuna risposta specifica a nessuna di queste domande.
12. Stiamo lasciando aperte le nostre opzioni.

Vi mostro come funziona. La Yellen ha cominciato con l'ammissione che ci sono domande. 

Le crisi recenti hanno appropriatamente aumentato l'attenzione alla stabilità finanziaria da parte delle banche centrali di tutto il mondo. Alla Federal Reserve, abbiamo dedicato risorse sostanzialmente accresciute alle operazioni di monitoraggio della stabilità finanziaria e abbiamo riconcentrato il nostro lavoro di regolamentazione e supervisione verso l'obiettivo di limitare la crescita di rischi sistemici. Ci sono stati appelli, provenienti da alcune parti, per una riconsiderazione di fondo degli obiettivi e delle strategie della politica monetaria. Oggi mi focalizzerò su una domanda chiave emersa da questo dibattito: In che modo, chi decide le politiche monetarie e altre, dovrebbe bilanciare approcci macroprudenziali e politica monetaria nel perseguimento della stabilità finanziaria?

Traduzione: "Le crisi recenti, cominciate nel 2008 nelle cerchie bancarie e di investimento di New York, e rapidamente diffuse in tutto il mondo, hanno colto  alla sprovvista i banchieri centrali. Nessuno le aveva viste arrivare. Perciò, ora stiamo dedicando risorse a monitorare tutto questo. Significa che richiediamo molte più scartoffie dalle banche."

Nelle mie osservazioni, sosterrò che la politica monetaria si trova di fronte a limitazioni significative nel suo ruolo di promotore della stabilità finanziaria. Gli effetti della politica monetaria sulle vulnerabilità finanziarie, quali l'eccessiva trasformazione dei ritorni e delle scadenze, non sono ben compresi e sono meno diretti rispetto ad un approccio di regolamentazione o di supervisione; in aggiunta, gli sforzi per promuovere la stabilità finanziaria attraverso aggiustamenti dei tassi di interesse potrebbero aumentare la volatilità dell'inflazione e dell'occupazione. Come conseguenza, credo che un approccio macroprudenziale alla supervisione e regolamentazione debba avere il ruolo primario.

Traduzione: "Continuiamo a non avere alcuna teoria di causa ed effetto riguardo alla politica monetaria. Questi aspetti non sono 'ben compresi', se capite quello che voglio dire. Per un secolo, il sistema della Federal Reserve è stato giustificato al pubblico come cruciale in quanto incaricato della politica monetaria. Purtroppo, la politica monetaria non è ben compresa, quindi abbiamo praticamente rinunciato alla politica monetaria quale strumento di pianificazione centrale. Siamo perciò tornati alla sperimentata e vera promessa del movimento Progressista nel 1913: regoleremo l'intera economia regolamentando le banche, nel senso di una dozzina circa di grandi banche. Io chiamo questo sistema di regolamentazione 'macroprudenziale'. Questo suona molto scientifico. Suona esauriente. Suona prudente. Dovrebbe accontentare voi provincialotti".

Un tale approccio dovrebbe concentrarsi sugli standard "attraverso il ciclo", che accrescono la resilienza del sistema finanziario agli shock avversi, e sugli sforzi per assicurare che l'ombrello normativo copra istituzioni ed attività importanti per il sistema e in precedenza non coperti.

Traduzione: "Questo è quello che l'approccio dovrebbe fare. Non ci sono prove tuttora che questo sia quello che in effetti farà. Non lo sapremo fino a quando non arriva la nuova crisi. Augurateci buona fortuna. Il vostro futuro finanziario dipende da noi".

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Ma questa assunzione di rischi può spingersi troppo avanti, contribuendo quindi alla fragilità del sistema finanziario. Questa possibilità non elimina la necessità che la politica monetaria si focalizzi sulla stabilità dei prezzi e sulla piena occupazione - i costi derivanti per la società in termini di deviazioni dalla stabilità dei prezzi e dalla piena occupazione in tutta probabilità sarebbero significativi.

Traduzione: "Sicuro, le cose possono spingersi troppo in là. E allora? Il governo federale ha un deficit annuale di 500 miliardi di dollari circa, e noi ne compreremo più della metà in Buoni del Tesoro, più 180 miliardi di dollari in obbligazioni di Fannie and Freddie. Siamo tutti keynesiani qui".

Sebbene all'epoca non sia stato riconosciuto, a metà degli anni 2000 i rischi per la stabilità finanziaria negli Stati Uniti avevano raggiunto un livello pericoloso. Durante quel periodo, chi decideva le politiche - inclusa me stessa - era consapevole che le case sembrano sopravvalutate secondo diverse metriche ragionevoli e che i prezzi sarebbero potuti calare, nonostante ci fossero idee contrastanti su quanto probabile fosse tale declino e quanto ampio avrebbe potuto essere.

Traduzione: "Non avevamo idea che il mercato immobiliare fosse in una bolla. E' per questo che Bernanke lo negò in pubblico categoricamente nel 2005. Lo disse di nuovo nel 2007. Nessuno alla FED disse una parola in pubblico riguardo alla possibilità di un declino dei prezzi degli immobili. La parola 'sopravvalutato' non fu mai citata. Ma io so che nessuno di voi andrà a verificare, quindi quello che dico passerà liscio".

Quello di cui non ci si rese conto fu quanto seria sarebbe stata la ricaduta di un tale declino per il settore finanziario e per la macroeconomia. Chi decide le politiche non riuscì a prevedere che l'inversione della bolla dei prezzi immobiliari avrebbe innescato la crisi finanziaria più significativa negli Stati Uniti dall'epoca della Grande Depressione a causa dell'interazione di quell'inversione con vulnerabilità critiche nel sistema finanziario e nella normativa governativa.

Traduzione: "Non abbiamo capito causa ed effetto nel periodo che portò alla crisi del 2008. Naturalmente abbiamo dato un sacco di indicazioni nel senso che le cose fossero sotto il nostro controllo. Abbiamo detto al mondo 'non c'è problema'. Il mondo - tranne quegli svitati della scuola austriaca - ha creduto in noi. Persino noi abbiamo creduto in noi. Ma quello era allora. Questo è ora. Ora le cose sono sotto il nostro controllo".

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MM
Gary North continua ancora molto a lungo, "traducendo" praticamente tutto il discorso della Yellen, ma credo che questo brano sia sufficiente a dare l'idea del "FEDspeak".
Credo sia molto istruttivo osservare con attenzione e spirito critico cosa si dice al vertice della Federal Reserve, tenendo presente che si tratta di chi ha il potere legale di contraffare denaro e decidere a chi dare il denaro contraffatto. Intanto, il solito, incredibilmente arrogante, "non abbiamo capito nulla in passato, quindi adesso dobbiamo avere ancora più poteri". In generale, il messaggio si riduce a: "facciamo quello che ci pare, diciamo quello che ci pare anche se non ha alcun senso, tanto il mondo è troppo stupido per accorgersene".
Quantità enormi di denaro contraffatto, e gente come la Yellen al timone. Può reggere a lungo un sistema così?