Jeff Deist (RonPaulInstitute, 30 giugno 2017)

Il capitalismo è essenzialmente una strategia per nazioni pacifiche. Il vero significato dell'incompatibilità tra guerra e capitalismo è che guerra e alta civiltà sono incompatibili -- Ludwig von Mises

Questo è stato il messaggio di Ron Paul alla conferenza del Mises Institute in Texas qualche mese fa, come è sempre stato coerentemente il suo messaggio sin dalla sua prima candidatura al Congresso negli anni '70. Allora perché guerre apparentemente senza fine rimangono una caratteristica così tenace della presidenza americana, con la vergognosa complicità del Congresso?

Gli americani che hanno supportato Trump l'hanno fatto soprattutto perché ha promesso un approccio populista "America First" alla politica sia interna sia estera. Tutti i sondaggi mostrano che l'economia nazionale, le guerre culturali e l'immigrazione sono stati i temi che hanno animato le elezioni, non le nostre disavventure militari in corso in Medio Oriente. Nessuno ha votato per l'escalation dei coinvolgimento americano in Siria, nessuno ha votato per intensificare la guerra senza fine in Afghanistan lanciando la Madre di Tutte le Bombe, e nessuno ha votato per riesumare un assurdo conflitto vecchio di decenni con la Corea del Nord.

Tuttavia il presidente Trump ha fatto tutte queste cose, abbandonando in gran parte le promesse non-interventiste del candidato Trump. L'ordine di attaccare con i missili una base aerea siriana è stato, perversamente, il primo e il solo atto che gli ha fatto guadagnare lodi dai suoi nemici su organi di stampa come il New York Times e il Washington Post. "Finalmente agisce in modo presidenziale", hanno detto con grande enfasi.

Capire la deviazione di Trump dalla sua retorica in campagna elettorale equivale a capire la natura stessa della politica e dello stato burocratico. Nessuno va a Washington per "comandare" il governo. Washington comanda loro.

Trump, ostentatamente il maggior outsider a vincere la presidenza nella storia moderna americana, non può sovrastare l'establishment radicato che gestisce la politica estera, più di quanto possa sovrastare la gravità. Il novantacinque percento dei dipendenti al Dipartimento di Stato, al Pentagono, CIA, NSA e il resto della zuppa alfabetica di agenzie non vanno e vengono con le elezioni. Essi, insieme al vasto apparato degli appaltatori per la difesa, non se ne vanno da nessuna parte.

Interventismo e guerra permanente richiedono finanziamenti permanenti. E come tutte le attività finanziate con denaro pubblico, la guerra è intrinsecamente anti-capitalista. Dirotta risorse, accresce le burocrazie statali, e nasconde i terrificanti costi umani ed economici in un manto di patriottismo e banalità sul ruolo dell'America nel mondo. Quando sentiamo il vice-presidente Pence parlare di "ricostruire l'arsenale della democrazia", lui lo pensa sul serio.

Ludwig von Mises vide da vicino il socialismo di guerra tedesco, da tenente dell'esercito austro-ungarico durante la Grande Guerra. Sotto la Wehrwirtschaftslehre, la dottrina tedesca dell'economia di guerra, le normali valutazioni degli imprenditori capitalisti sono buttate fuori dalla finestra. Costi, qualità, domanda e profitto diventano del tutto secondari rispetto all'obiettivo prioritario di preparare la nazione alla guerra. Quindi la guerra guida l'impulso verso l'autarchia (una cosa che abbiamo visto in Trump) e la dittatura economica: la volontà e i desideri dei cittadini ordinari devono far posto alla produzione di guerra.

Per questo, nei suoi momenti più bui durante la guerra, Mises decise di scrivere la confutazione definitiva alle economie controllate dallo stato. Il risultato fu il suo classico del 1922, Socialism: An Economic and Sociological Analysis, che rimane forse la più importante critica al collettivismo mai scritta. E' un libro che tutti dovrebbero leggere e diffondere, per capire il fondamentale collegamento tra guerra e collettivismo.

Il messaggio del dottor Paul di pace e non interventismo è particolarmente cruciale oggi. E' un messaggio decisamente popolare (fuori da Washington), non di parte e fatto su misura per il nuovo secolo. Risuona con i giovani e i vecchi allo stesso modo, e trasversalmente rispetto alle demarcazioni di razza. E' popolare con la Alt-Right e con la Sinistra progressista, con i falchi del budget e i Verdi, i conservatori burkeani e i variopinti pacifisti. Dobbiamo solo far pervenire il messaggio al signor Trump.

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