Dopo tre settimane in cui non ho sentito i ragli quotidiani dei due vicepresidenti del Consiglio, torno e mi imbatto in questa perla di Matteo Salvini a commento dell’ultimo dato sul Pil, piuttosto deludente:

Se il Pil rallenta è perché quelli di prima obbedivano a Bruxelles, è motivo in più per tirare avanti.”

Il miglior modo per un governo di favorire la crescita sostenibile del Pil sarebbe quello di astenersi dal cercare di perseguire la crescita del Pil credendosi capace di poterlo fare, perché solitamente i risultati di breve, ammesso che siano positivi, sono ottenuti a scapito di quelli di medio e lungo periodo. Oltre a essere sempre e comunque a scapito di una parte più o meno consistente di pagatori di tasse.

Ciò premesso, dare a chi c’era prima la colpa dell’andamento deludente del Pil nell’ultimo trimestre è abbastanza puerile, anche se credo che Salvini sia convinto di poter dire qualsiasi cosa trovando sempre uno zoccolo duro di suoi seguaci (bovini) pronti a prendere per buono quello che sentono.

Invece chi produce ed è alla base della crescita del Pil da qualche mese a questa parte si trova a operare in un contesto internazionale di rallentamento, aggravato in Italia dai ragli di cui sopra, che non fanno altro che rendere ancora più incerto il contesto.

Non è difficile da capire.

Forse.

(Matteo Corsini)