L’abitudine di Luigi Di Maio e Matteo Salvini è quella di fare promesse in qualsiasi contesto si trovino a parlare. Non sono gli unici, per carità, ma di questi tempi sono quelli che hanno più occasioni per essere sotto i riflettori.

Intervenendo all’Internet day, era inevitabile che Di Maio facesse l’ennesima promessa al popolo:

La connessione ad Internet diventi un diritto primario di ogni cittadino. Siamo al lavoro per tutelare questo diritto. Immagino uno Stato che interviene e fornisce gratuitamente una connessione a Internet di almeno mezz'ora al giorno a chi non può ancora permettersela.”

Addirittura la connessione a internet come “diritto primario”, con lo Stato che deve fornirla gratuitamente a chi non può permettersela. Così, mentre un percettore del reddito di cittadinanza se ne sta a casa aspettando che un rinnovato ed efficientissimo centro pubblico per l’impiego gli trovi un lavoro, potrà anche farsi mezz’ora di navigazione giornaliera, anche quella a spese altrui.

A parte il fatto che questo diritto è un’invenzione bella e buona, che neppure il più positivista dei positivisti probabilmente avrebbe il coraggio di proporre, a fronte dell’applauso facile per lo statista di Pomigliano, ci sarebbe, ovviamente, l’ennesimo aumento del conto per i pagatori di tasse.

Perché pasti gratis non ce ne sono, neppure in rete.

(Matteo Corsini)

You have no rights to post comments