Auspicando la formazione di un governo a guida M5S con ministri tecnici in dicasteri chiave, Carlo Carboni ha affermato, tra l’altro, che “la politica negli ultimi decenni ha considerato la società come un insieme di free riders, cinici e opportunisti, in linea con un individualismo metodologico che misconosce la dimensione sociale dell’economico e del politico (la società non esiste se non come mera somma di individui), mentre avremmo bisogno di una cultura sociale fatta anche di norme interiori e di emozioni che sollecitino cooperazione e organizzazione.”

Ovviamente i tecnici a cui fa riferimento Carboni sono quelli mainstream, non quelli che il M5S ha inserito nella lista di probabili ministri resa nota prima delle elezioni. Ma non è questo che mi interessa commentare.

Trovo fuorviane il significato attribuito da Carboni all’individualismo metodologico. E’ un dato di fatto che il pensiero e l’azione sono caratteristiche dell’individuo e che i soggetti collettivi esistono solo per mezzo di azioni di individui.

Ma l’individualismo metodologico non comporta di per sé che si debba considerare gli individui “un insieme di free riders, cinici e opportunisti”. Non vi è alcun disconoscimento delle “emozioni che sollecitino cooperazione e organizzazione”. Semplicemente quelle emozioni, ancorché condivise da una moltitudine di persone, sono pur sempre provate da individui.

Stravolgere il significato dei termini allo scopo di contrapporre un “sociale” che si ritiene buono a prescindere, da un “individuale” che si ritiene cattivo a prescindere, è segno di ignoranza o di malafede.

Cosa sia peggio ognuno lo stabilisca individualmente.

(Matteo Corsini)

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