Periodicamente, su Milano Finanza, Guido Salerno Aletta elabora proposte per ridurre il debito pubblico. Si tratta sempre di giochi di prestigio abbastanza grossolani, che si suppone dovrebbero incantare operatori finanziari e partner europei.

Questa volta la proposta è duplice. Da un lato, bisognerebbe sterilizzare i circa 320 miliardi di titoli di Stato acquistati dalla Banca d’Italia nell’ambito del Quantitative easing. Ciò corrisponderebbe a una monetizzazione permanente di quella parte di debito pubblico. Da questo punto di vista, sarebbe solo fumo il continuare a reinvestire interessi e capitali rimborsati. Tanto varrebbe cancellare quella parte di debito.

Così facendo, però, la Banca d’Italia contabilizzerebbe una perdita di pari importo. Quindi, per salvare l’apparenza contabile, dovrebbe andare avanti all’infinito a tenere in bilancio tutti i titoli acquistati nell’ambito del Qe. Suppongo anche che, in caso di necessità, dovrebbe comprarne di più. Se qualcuno ritiene che questa sia la via della monetizzazione già vista più volte nella storia, non credo si sbagli.

L’altra proposta, mutuata da Paolo Savona, consisterebbe nel separare il sistema dei pagamenti dalle banche commerciali. In pratica dovrebbe essere costituito un sistema pubblico che togliesse dalle banche circa 500 miliardi di depositi a vista e altrettanti titoli di Stato (anche se attualmente ne possiedono di meno).

In sostanza, i depositi a vista sarebbero gestiti a livello pubblico e sarebbero garantiti da titoli di Stato. Questo, secondo Salerno Aletta, consentirebbe di abbattere, unitamente all’altra proposta, il debito pubblico effettivo. Evidentemente l’autore suppone che il sistema non avrebbe mai problemi, quindi quel debito sarebbe, di fatto, inesistente, dato che gli interessi sarebbero retrocessi per intero al Tesoro.

Secondo Salerno Aletta, così si supererebbe il problema dell’utilizzo dei depositi a vista per erogare credito, ossia in un colpo solo si eliminerebbe la riserva frazionaria. Intento lodevole, quest’ultimo, anche se non compatibile con il mantenimento degli attuali livelli di credito a famiglie e imprese, né con tassi di interesse rasoterra. Sono pronto a scommettere che questo non sarebbe un obiettivo auspicabile per chi lancia queste proposte.

Ciò detto, credo anche che con questi giochi di prestigio per abbassare artificialmente il debito non si vada da nessuna parte. Perfino nel parcheggio di un autogrill si farebbe fatica ad abbindolare qualcuno.

(Matteo Corsini)