Alla fine, come era prevedibile, il provvedimento per ridurre i privilegi dei vecchi parlamentari e dei loro superstiti presentato qualche mese fa da Matteo Richetti è finito nel nulla. Se ne riparlerà, forse, nella prossima legislatura. Anche in quel caso, peraltro, suppongo che se ne continuerà a parlare e basta.

L’allarme era stato comunque alto, nei giorni scorsi, da parte di coloro che si ergono a paladini dello status quo. Ai quali va riconosciuta l’attenuante della mancanza di ipocrisia (o peggio) dimostrata dai tanti che a parole si dicono favorevoli, salvo poi lavorare per insabbiare ogni provvedimento che riduca dei trattamenti che sono semplicemente indecenti.

Tra i principali oppositori a viso aperto c’è lo storico tesoriere dei diversi partiti di sinistra che derivano dal PCI, ossia Ugo Sposetti.

Questi ragazzotti non hanno rispetto per niente e per nessuno. Usare la Finanziaria per le pensioni dei parlamentari: una cosa da irresponsabili. Sono la classe dirigente peggiore che il Paese abbia mai visto, dei totali analfabeti.”

Meno esplicita l’opposizione di Luigi Zanda, il quale avrebbe peraltro affermato, a microfoni spenti, che “tagliare il vitalizio a personalità come Macaluso, la Bonino, alla famiglia Moro, è da dissennati.”

Il fatto è che il vitalizio a tutte queste persone (e a molte altre) deriva dalle tasse estorte a gente che neppure lontanamente avrà mai privilegi del genere (né dovrebbe averli, peraltro).

Per di più, le stesse persone citate da Zanda sono state lautamente remunerate, sempre grazie alle tasse altrui, quando hanno “servito” il Paese, come del tutto discutibilmente si continua a sostenere riferendosi a chi è stato parlamentare.

E’ da dissennati (far finta di) non rendersene conto.

(Matteo Corsini)

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