Sono in tanti a interrogarsi su come fare per migliorare il sistema fiscale italiano, a maggior ragione in un momento in cui ci sono soggetti le cui attività in gran parte sfuggono all’imposizione fiscale. Vittorio Emanuele Falsitta, sul Sole 24Ore, inizia così un articolo:

Dare a Cesare quel che è di Cesare significa possedere un ordinamento giuridico che individui Cesare, cosa gli spetti e con quali criteri ripartire il dovuto. Poiché questi effetti sono affidati all’ordinamento, avanti a tutto occorre rispondere alla domanda: il nostro ordinamento è capace di dare a Cesare quel che è suo e senza creare ingiuste discriminazioni?

Non entrando nel merito di quanto volesse affermare Gesù quando disse “Date a Cesare quel che è di Cesare”, che i tassatori di ogni epoca e luogo hanno sempre preferito considerare come un anatema contro l’evasione fiscale ancorché ciò non sia per nulla pacifico, l’affermazione di Falsitta a me pare più che discutibile.

In primo luogo, è lo stesso Cesare che stabilisce il contenuto dell’ordinamento, individuando se stesso come avente diritto al gettito fiscale. Non solo, ma è sempre lo stesso Cesare a quantificare ciò che “gli spetta”, sostanzialmente svuotando il contenuto del diritto di proprietà privata, ancorché in modo legale. Ne consegue che, per definizione, ogni ordinamento fiscale crea “ingiuste discriminazioni”.

Più avanti Falsitta avanza anche un’ipotesi per contrastare l’evasone fiscale.

Senza dimenticare Benvenuto Griziotti, Antonio Berliri o Ezio Vanoni, solo per fare qualche nome di mostro sacro, occorrerebbe osservare anche Jeff Bezos di Amazon, Zuckerberg e concepire meccanismi di psicometria predittiva, come fanno loro e come accade ormai quasi ovunque: concepire nell’accertamento elementi di psicometria predittiva significa studiare e profilare l’evasore fiscale e anticiparne le mosse, per poi, convocarlo, istruirlo e convincerlo che sta sbagliando senza alcuna convenienza. Dunque, prima che consumi la condotta illecita.”

In sostanza all’Agenzia delle entrate e alla Guardia di Finanza dovrebbero assumere psicologi specializzati in psicometria, per profilare i possibili evasori e fare un’azione preventiva. Che detta in soldoni sarebbe una sorta di intimidazione vera e propria. Sì perché, a differenza di Amazon o Facebook, in questo caso non verrebbero proposti prodotti che, in base al profilo dell’individuo, dovrebbero portare a un acquisto (pur sempre volontario), bensì a una minaccia bella e buona. Un’attività che, quando svolta da un soggetto privato, sarebbe considerata criminale.

Ma non quando Cesare stabilisce per legge quanto gli spetta.

(Matteo Corsini)