Intervenendo a un convegno organizzato dalla Cgil, il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha espresso ottimismo in merito alle sofferenza bancarie, aggiungendo che si tratta di un problema “simmetrico a quello del debito” e che nel ridurlo “bisogna trovare la velocità giusta. Non dobbiamo essere troppo lenti ma nemmeno precipitosi. Siamo in una fase meno drammatica, ma molto delicata.”

Quanto alla riduzione del debito, tutto può dirsi tranne che fin qui il processo sia stato precipitoso. I governi succedutisi sono stati talmente poco precipitosi che la discesa non è mai iniziata, né in termini assoluti (e questo dubito che avverrà anche in futuro), né in rapporto al Pil.

Padoan va ripetendo da anni come un disco rotto che l’inizio della discesa è imminente, e che avverrà mediante un aumento del Pil superiore all’aumento del debito. Se per ogni volta che l’ha detto il rapporto tra debito e Pil si fosse ridotto dello 0,1%, saremmo già quasi in linea con il limite del 60%, cancellando l'incubo degli spendaccioni coi soldi altrui, ossia il Fiscal Compact.

La realtà è che, nonostante una riduzione della spesa per interessi di circa 20 miliardi all’anno a seguito del Qe della BCE, la spesa pubblica complessiva ha continuato ad aumentare e il deficit è diminuito di anno in anno molto meno di quanto promesso ogni primavera.

Così proseguendo non scenderà mai, se non in modo marginale. E tornerà a crescere rapidamente alla prima crisi.

(Matteo Corsini)