Già qualche settimana fa ho commentato la promessa di Silvio Berlusconi ai pensionati (evidentemente il suo target elettorale preferito) per portare le pensioni minime a 1000 euro mensili esentasse. Promessa reiterata.

Tutti hanno diritto di vivere la propria vecchiaia in maniera decorosa, senza preoccupazioni e senza privazioni materiali o morali. Per questo garantiremo a tutti una pensione minima di 1.000 euro non tassabili per 13 mensilità, restituendo a tutti gli anziani la dignità del loro passato di protagonisti nella società, per il valore umano e l’esperienza di cui sono portatori.”

E ancora:

Quello che garantiamo sull’aumento delle pensioni minime, sull’abrogazione delle tasse sulla casa, sulle donazioni, sulla successione noi lo manterremo. Noi lo possiamo promettere in modo assolutamente credibile perché lo abbiamo già fatto quando eravamo al Governo.”

In base ai dati pubblicati dall’INPS sulla distribuzione delle pensioni (aggiornati al 2015), portare gli assegni a non meno di 1000 euro mensili avrebbe un costo di oltre 38 miliardi, ipotizzando di non avere cumuli. Altrimenti l’importo potrebbe essere molto superiore.

Non mi pare che la riduzione contestuale delle tasse, ancorché auspicabile, sia un modo per finanziare un aumento di spesa di tali dimensioni. Soprattutto, non c’è alcun motivo per garantire pensioni che non siano coperte da adeguati versamenti contributivi fatti a suo tempo dai beneficiari degli assegni, gravando ulteriormente su chi già paga fior di quattrini ogni mese per consentire all’INPS di erogare pensioni che in futuro saranno comunque un miraggio.

(Matteo Corsini)

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