"L'idea di ripetere le condizioni che hanno portato alla crisi finanziaria è qualcosa di molto preoccupante, l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno è l'allentamento delle regole.” (M. Draghi)

Da quando Donald Trump ha annunciato l’intenzione di rivedere le regole introdotte con la legge Dodd-Frank, è partito il coro dei banchieri centrali contro il rilassamento delle regole.

Prima si è fatta sentire Janet Yellen, presidente della Fed. Adesso si è aggiunta la voce del presidente della Bce, Mario Draghi.

La logica di fondo consiste nel considerare la carenza di regole la principale causa della crisi. Le regole esistenti all’epoca in effetti incentivavano comportamenti i cui risultati sono poi stati deleteri, ma la benzina per gonfiare una bolla viene sempre dalla politica monetaria espansiva.

Draghi aggiunge:

Il fatto che non abbiamo visto svilupparsi rischi per la stabilità finanziaria è una ricompensa per le azioni intraprese da regolatori e legislatori sin dallo scoppio della crisi.”

A mio parere le azioni intraprese da regolatori e legislatori hanno appesantito i costi di adeguamento alle nuove regole per gli intermediari, ma non hanno nel complesso ridotto i rischi. Anzi.

Per di più questi signori i rischi non li vedevano neppure dieci anni fa, nonostante stesse per scoppiare una crisi di dimensioni che non si sperimentavano dagli anni Trenta del secolo scorso.

Quindi credo che la cosa preoccupante non sia tanto la reivsione della Dodd-Frank, quanto la perseveranza della manipolazione monetaria da parte delle banche centrali.

(Matteo Corsini)

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