Una delle balle più frequenti raccontate da chi governa durante le discussioni sulla legge di bilancio riguarda l’abbassamento delle tasse. Se poi a parlare è un esponente del PD, che per cultura (se così la si vuole chiamare) tasserebbe qualsiasi cosa e azione, la cosa risulta ancora meno credibile.

Il pudore, si sa, non è molto di moda in chi fa politica, per cui capita di sentire affermazioni come quella del viceministro dell'Economia, Antonio Misiani:

Le tasse diminuiscono di 27,4 miliardi, tra mancati aumenti dell'Iva e taglio del cuneo.”

Pur considerando che le cose cambieranno in parte durante l’iteri di approvazione parlamentare, la questione è che su una manovra lorda di circa 30 miliardi, più o meno la metà viene da deficit, per il resto, al netto di una timida e molto probabilmente fallimentare riduzione di spesa, ci saranno vari balzelli nuovi o in aumento.

Sostenere che le tasse caleranno di 27,4 miliardi come somma tra disinnesco dell’aumento dell’IVA (23 miliardi) e riduzione del cuneo fiscale (4 miliardi e rotti), è semplicemente fraudolento. Se la clausola di salvaguardia non fosse stata sterilizzata (peraltro ne rimane una per 18 miliardi per l’anno venturo) ci sarebbe stato un aumento di 23 miliardi. Il fatto che non ci sia tale aumento non corrisponde, però, a un calo di tasse reale.

Questo non riesco a considerarlo altro se non cialtronismo da trecartari.

(Matteo Corsini)