Non so se sia il caldo, oppure la posizione di subalternità a Salvini nonostante i parlamento abbia circa il doppio degli eletti, ma Luigi Di Maio sembra in stato confusionale.

Per esempio, dopo la (tardiva) adesione del presidente del Consiglio al fronte “Sì TAV”, Giggino ha detto:

Non sono d’accordo con il premier Giuseppe Conte quando dice che servono più soldi per non fare la Tav che per farla.

In fin dei conti, in Italia i numeri sono sempre opinabili.

Di Maio però ha aggiunto:

In queste ore si sta dicendo che il M5s sta smentendo Conte. Io ho piena fiducia in Conte, ma al tempo stesso il M5s resterà coerente e resterà sempre No Tav. Fermare la Tav è possibile. Basta votare in Parlamento. Noi in Parlamento ci vogliamo andare con la forza della coerenza e del 33% che abbiamo.

In pratica, prima sostiene che Conte non sa fare i conti. Persò poi si affretta a ribadire che ha piena fiducia in lui. Logico, no?

Poi lo sfogo del capo rimasto solo, anche nei confronti del malcontento interno:

Qualcuno mi dice “aprite la crisi di governo”. Se vogliamo dargliela vinta, va bene. Se non vogliamo tagliare i parlamentari a settembre, apriamo la crisi. Se vogliamo fare in modo che aprendo la crisi ci troviamo un nuovo governo tecnico o politico che comincia a fare non solo opere inutili ma anche il nucleare e gli inceneritori che con noi non si faranno mai, apriamo pure la crisi. Noi al governo facciamo cose per il Paese e arginiamo cose inaccettabili.”

Come no. Va bene che adesso è stato inventato anche il “mandato zero” per allungare la minestra facendo finta di restare puri e coerenti, ma, se i sondaggi e il voto alle recenti elezioni europee non saranno ribaltati, il dimezzamento dei parlamentari inizierebbe da quelli del M5S, anche senza modificare la Costituzione. Giggino incluso, sempre che non si trovi una formula da Fattoria degli Animali, per esempio il “mandato vip”.

E’ proprio calda questa estate per il capo politico…

(Matteo Corsini)

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