Se ancora qualcuno avesse dei dubbi su quanto irrealistici e nocivi siano i propositi del M5S in materie economiche in senso lato, dovrebbe dare un’occhiata i principali punti sui quali Giggino Di Maio e altri aspiranti portavoce dei cittadini a livello europeo si apprestano a chiedere di essere votati il prossimo 26 maggio. 

Per esempio, a loro parere andrebbero introdotti “meccanismi di aggiustamento che prevedano trasferimenti fiscali dai Paesi in surplus verso le economie più vulnerabili”.

A me pare che si tratti né più né meno di riproporre su scala continentale quello straccionismo che certo meridionalismo in Italia propugna con costanza secolare. Le probabilità che chi dovrebbe pagare il conto di questi “meccanismi di aggiustamento” (si noti che già oggi ci sono contributori netti e prenditori netti a livello comunitario) acconsenta alla loro istituzione sono praticamente (e giustamente) nulle, quindi chi ne parla non fa altro che vendere (nocive) illusioni.

Collegato allo straccionismo c’è poi la via monetaria alla felicità, con la BCE che “deve poter agire come prestatore di ultima istanza, agendo nel mercato primario dei titoli di Stato per fornire liquidità agli Stati membri: deve diventare una banca per i cittadini e non più per le banche”.

Premesso che agire sul mercato primario o secondario rappresenta una differenza di forma, dato che è il mercato secondario a guidare quello primario e non viceversa (come si ostinano ad affermare, nella loro sconfinata ignoranza in materia, i sovranisti monetari de noantri) e che sul mercato secondario la BCE ha già comprato titoli per quasi un quarto del Pil dell’eurozona negli ultimi anni, lo slogan di una banca centrale che “deve diventare una banca per i cittadini e non più per le banche” illude la gente che tutti i problemi possano essere risolti creando denaro dal nulla.

Ovviamente non è così e, nella migliore delle ipotesi, una qualche forma di effetto Cantillon sarebbe inevitabile anche se la BCE si mettesse a praticare una politica monetaria cara ai fautori della MMT e similari. Nella peggiore ci si troverebbe a fare i conti con un sistema monetario di tipo argentino o venezuelano.

Alla fine il problema di fondo è sempre lo stesso: politici intossicati di spesa pubblica che vendono soluzioni miracolistiche a un elettorato altrettanto intossicato di spesa pubblica. Non proprio una situazione che induce a essere ottimisti.

(Matteo Corsini)

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