In un articolo dedicato all’Argentina, Roberto Da Rin del Sole 24Ore mette dà conto della situazione traballante dell’economia e dell’inflazione dei prezzi al consumo ancora molto elevata.

Da Rin scrive che “è stato annunciato un pacchetto di misure d’emergenza per cercare di rallentare la corsa dei prezzi. Quelli al consumo, in marzo, si sono attestati al 4,7%, un valore record, che in termini annui si traduce nel 54 per cento. Il più alto dal 1992. I punti principali del Programma economico e sociale, che l’opposizione ha ribattezzato “Programma per ottobre” quando sono previste le elezioni presidenziali, riguardano un accordo sul contenimento dei prezzi, che non saranno aumentati fino a dicembre, di 60 prodotti del paniere.”

Come ogni misura volta a limitare i prezzi per via politica, credo che anche questa sia destinata a fallire, nel senso che potrebbe generarsi una penuria dei beni oggetto del provvedimento, se il limite sarà molto inferiore al prezzo che si determinerebbe in un mercato libero.

Il presidente Mauricio Macri, in carica dalla fine del 2015 e già oppositore e critico dell’ex presidente Cristina Fernandez de Kirchner, intendeva contenere l’inflazione. Tuttavia perché ciò avvenga è necessario che sia ridotta la vera inflazione, ossia quella dell’offerta di moneta.

Purtroppo nel periodo di presidenza di Macri la base monetaria è aumentata del 23% annuo e M2 del 20%, non troppo meglio dei livelli del 25-27% del periodo di presidenza di Cristina Fernandez de Kirchner.

Recentemente pare che la stampante monetaria abbia un po’ rallentato il ritmo, ma solo se non si farà più ricorso alla stampante monetaria sarà possibile frenare la crescita dei prezzi. Ogni accordo per contenere questo o quel prezzo non sarà risolutivo.

(Matteo Corsini)


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