Volato a New York dove ha incontrato un gruppo di investitori, Luigi Di Maio ha poi risposto alle domande di Class Cnbc dal floor del New York Stock Exchange (dallo stadio San Paolo a Wall Street, tempio della finanza mondiale: quanta strada ha fatto Giggino), facendo grande professione di ottimismo e sostenendo di avere ottenuto “un giudizio di fiducia”.

A suo dire, gli investitori “vogliono sapere due cose: quanto dura il governo e la crescita”.

Probabilmente Di Maio ha pensato di fornire un messaggio rassicurante affermando che il governo attuale durerà altri 4 anni. Dubito però che questo abbia realmente acceso gli entusiasmi dei suoi interlocutori.

Quanto al prossimo Documento di Economia e Finanza, ecco cosa sostiene l’attaccante Di Maio:

Noi il documento economico e finanziario lo accompagneremo con un decreto crescita: non giochiamo in difesa ma andiamo all'attacco”.

Come no: invece di una manovra correttiva per cercare di tappare alla meglio i buchi ingigantiti dai provvedimenti bandiera di questo governo, secondo Giggino basta un decreto per risolvere i problemi e vedere il Pil impennarsi. Peccato che finora sia accaduto il contrario e che l’unica cosa a crescere sia la spesa pubblica, con conseguenze inevitabili sul debito.

Più tardi si è perfino spinto ad affermare che “c’è un tesoretto da 2 miliardi” e tralascio di aggiungere a cosa lo verrebbe destinare. Tesoretto che ovviamente non esiste.

In pratica Giggino pensa di spingere sull’acceleratore, ma in una corsa verso il burrone ormai a pochi passi questa non è una cosa rassicurante.

(Matteo Corsini)

 

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