Taki offre uno scorcio della storia dei nostri giorni in America: i media contro la gente

Taki Theodoracopulos (takimag, 10 novembre 2018)

NEW YORK — Una festa vecchio stile è un ritrovo di amici invitati dal padrone o padrona di casa, che paga il conto. Le feste vecchio stile sono molto rare a New York oggigiorno; in realtà sono inesistenti, essendo state rimpiazzate da baldoria di beneficenza, dove gli invitati pagano, il padrone o la padrona di casa ha un profitto, gli articoli di gossip ne parlano, e l'ente di beneficenza riesce persino a vedere una parte dei soldi che gli arrampicatori pagano per entrare.

La scorsa settimana sono andato a una festa vecchio stile offerta dal principe Pavlos di Grecia e dalla sua principessa, M.C. L'occasione era il compleanno della sorella della principessa, Pia Getty. Ho incontrato un sacco di vecchi amici che non vedevo da anni, ed ero seduto ad un tavolo con quattro signore, ad alcune della quali ero corso dietro ai tempi in cui i miei capelli erano ancora sale e pepe. Non c'è bisogno di dirlo, abbiamo parlato esclusivamente di politica, le elezioni che stavano per svolgersi, e la jihad contro Trump da parte del New York Times e dei media. Sono stato piacevolmente sorpreso di sentire alcune delle opinioni di gente che sapevo essere di centro o centro-sinistra quando si tratta dei media. Come ha detto una delle signore, "Nessun criminale o leader straniero è mai stato chiamato con gli appellativi usati per Trump dal Times -- sono indignata e molto arrabbiata".

Bene, al New York Times non importa di polarizzare la nazione se può ostacolare il programma di Trump, e un sondaggio recente ha mostrato che il 64% del paese crede che i media stiano dividendo la nazione. Il vetriolo contro i repubblicani è stato senza tregua, e guai a quelli che osano contraddire le teste parlanti sulla scatola idiota. Vi darò un breve esempio. Un certo 6ix9ine, rapper ispanico il cui vero nome credo sia Hernandez, ha pubblicato un video spregevole finanziato da lui di una ragazza di 13 anni che fa sesso orale. Il rapper col volto tatuato ha evitato la galera con un patteggiamento sulla base della sua notorietà come rapper nero. Nessuna testa parlante e nessun quotidiano ha espresso indignazione. Però nessun attore sopravviverebbe a Hollywood, specialmente se fosse bianco e esprimesse favore per Trump.

La sinistra in America è riuscita a cambiare il carattere razziale degli Stati Uniti, qualcosa che non credo sia avvenuto da nessuna altra parte al mondo. Una campagna senza precedenti, finanziata dal governo, ha inondato il paese di immigranti per tutti gli anni '60 e '70. Continua ai nostri giorni nonostante gli sforzi di Trump per fermarla, mentre la sua posizione è definita razzista. I media, i think tank, le macchine politiche e le università gridano alla parola che comincia con R non appena qualcuno dice adesso basta.

Gli Stati Uniti sono per il 13.5% neri, più del 20% ispanici. I bianchi sono appena sopra il 50%, e il resto è soprattutto asiatico. Cinquant'anni fa i bianchi erano vicini se non sopra all'80%. Del tutto sproporzionata rispetto alla realtà è l'idea che l'America sia un posto razzista che ha bisogno di maggiore diversità. La gente sui media, che perlopiù vive in edifici ben sorvegliati abitati esclusivamente da bianchi, è pronta a gridare al razzista al minimo accenno di ogni parola o idea che forse potrebbe essere interpretata tale. Un editorialista fisicamente repellente di nome Paul Krugman si è spinto al punto da scrivere che la brava gente non può essere repubblicana. Krugman è stato il primo a predire che la borsa sarebbe crollata la settimana dell'inaugurazione di Trump. Ha anche scritto che il team di Trump avrebbe insinuato che il "caravan" di rifugiati dall'Honduras che si sta avvicinando al confine sia finanziato da ebrei.  Trascura il fatto che Trump è vicino alla comunità ebraica e a Israele quanto lo si può essere senza formalmente entrare a far parte del Mossad.  "Gli ebrei a New York sono al sicuro?", strillava un titolo sul Times dopo il massacro di Pittsburgh, ignorando il fatto che il 99% degli attacchi contro le sinagoghe o gente ebrea sono perpetrati da musulmani o afro-americani.

Sono passati due anni, e giornalisti e opinionisti hanno dimostrato di non essere interessati alla verità o ad indagare la criminalità, bensì solo a distruggere Trump. Sera dopo sera in televisione, donne isteriche e uomini irrazionali incitano disordini civili contro la macchina di governo di Trump. Il risultato democratico del 2016 deve essere rovesciato, questo è il messaggio. E tuttavia Trump finora è riuscito a fare: lo Stato Islamico è in fuga, l'economia è in crescita, la disoccupazione è ai minimi storici, accordi nuovi e migliori sono stati siglati con Messico, Canada e Corea del Sud, persino il "little rocket man" si è calmato e ha un atteggiamento conciliante. Il che mi porta ad un'altra figura oggetto di odio, Jair Bolsonaro, il recentemente eletto presidente del Brasile.

Bolsonaro ha detto qualche cosa sconcertante contro le minoranze, ma come Trump è stato regolarmente eletto perché la gente non ne può più di, ad esempio, essere forzati ad accettare come mainstream gli stili di vita alternativi di qualche elite. Editoriali sul New York Times in cui si afferma che “il sesso non è binario” possono piacere a chi crede nella varietà umana, o chi studia la rivista Vogue, però la maggior parte della gente pensa di essere nati o maschi o femmine. Gli istinti tribali dell'uomo non possono essere soffocati da una manica di elite che non riconoscerebbero un lavoratore ordinario se lo incontrassero sulla strada per il club.  I cristiani bianchi in America si sentono davvero sotto assedio, e tutto quello che devono fare per veder confermati i loro timori è aprire un giornale o guardare la TV. Imporre equità è un'idea buona e giusta in una democrazia, ma non rendendo la maggioranza una specie in pericolo. I media in America sono diventati come la UE: un nemico del popolo, non eletto e che non risponde a nessuno.

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