Taki in vena molto scherzosa racconta un paio di "storie vere"

Taki Theodoracopulos (takimag, 22 settembre 2018)

090716 01 moon hoax flag waving big.ngsversion.1515796398868.adapt.1900.1Percezione e realtà, verità e falsità, nero e bianco; oggigiorno le classi ciarlanti con la bava alla bocca non distinguerebbero il loro culo da un buco in terra, come dicevano a Brooklyn prima che vi arrivassero gli yuppy. Prendete, ad esempio, l'ultima caciara sull'allunaggio di 49 anni fa. Me lo ricordo bene perché era d'estate, avevo appena acquistato la mia prima barca a vela -- grazie al caro vecchio papà, naturalmente -- e gli americani sotto il grande presidente Richard Nixon sarebbero atterrati sulla luna e vi avrebbero camminato sopra. Come sanno tutti ad eccezione di qualche scettico, Neil Armstrong fu il primo a fare un passo sul pianeta di formaggio, e ho cattive notizie per voi fedeli lettori di Takimag.

Prima, però, il film: First Man ha come attore protagonista Ryan Gosling, un attore molto bravo che il critico dello Spectator inglese Deborah Ross una volta ha definito incapace di recitare la parte di Taki altrettanto bene di Taki stesso. Udite, udite! Gosling, Alec Baldwin ed io siamo stati interpreti nel più grande film mai fatto, Seduced and Abandoned, proiettato a Cannes nel 2013, di cui Debbie Ross ha scritto una brillante critica. (Però ha dimenticato di avvisare i nostri lettori che se per un attimo avessero guardato giù al loro sacchetto di popcorn avrebbero mancato il Sinceramente Vostro, ma fa niente.) In questo nuovo film sull'allunaggio c'è un po' di controversia perché Neil Armstrong e Buzz Aldrin non sono mostrati mentre fanno il saluto alla bandiera, dopo averla issata sulla luna. Di nuovo, fa niente. Una bugia molto più grossa -- una che conosco solo io -- è quella per cui Neil Armstrong avrebbe detto “a giant step for mankind.”

Non ha mai pronunciato quelle parole: mi è stato confermato da suo cugino Nigel Armstrong, un coach di tennis -- non fa segnali, incidentalmente -- che vive nello Yorkshire. Quello che Neil Armstrong disse realmente fu "a giant step for Manny Klein”. Chi diavolo è Manny Klein? potreste giustamente chiedere. Bé, sebbene alcuni a Houston avessero già cominciato a dubitare della versione “mankind”, Nigel Armstrong sapeva la ragione per "Manny Klein".

Ecco Neil Armstrong che racconta a Nigel Armstrong: "Ero stato al liceo con un tipo di nome Manny Klein che conoscevo appena, ma una volta uscito dalla Air Force Academy e diventato astronauta cominciai a ricevere biglietti di auguri per le feste da lui. Ad un certo punto  mi chiese di fargli da testimone alle nozze, una cosa che mi sorprese molto, dal momento che non lo conoscevo così bene. Comunque mi mandò un autista e una macchina per portarmi al country club dove ci fu la cerimonia ebraica e dove aveva prenotato per me una grande suite per la notte".

“La mattina seguente aspettai che si facesse vivo in modo da poterlo ringraziare, ma lo trovai al bar con un aspetto molto abbattuto. Le cose ovviamente non avevano funzionato, così gli chiesi se c'era qualcosa che potevo fare. 'Nah, apprezzo la tua intenzione, grazie, ma nah. Tutto quello che ho fatto è chiederle un pompino e lei mi ha buttato fuori dal letto dicendomi no fino a quando un uomo non camminerà sulla luna.' Allora quando stavo per fare il primo passo ho pensato a Manny Klein e l'ho detto a me stesso. Era una battuta che pochi potevano cogliere e Houston ha cambiato la frase, però è quello che ho detto". Fine della storia.

Capite cosa intendo con percezione e realtà? La prossima storia vera ha a che fare con me, e spero nessuno si offenda, specialmente nessun cattolico, la religione che amo e a cui sono devoto più di ogni altra fede cristiana. Ero entrato nella cabina di prima classe di una compagnia aerea europea che resterà anonima e con mio grande stupore ed eccitazione vidi il Santo Padre già seduto nella prima fila. Ho chinato la testa e offerto di cedere il mio posto affinché Sua Santità fosse più a suo agio, ma egli ha insistito che non lo facessi e mi sedessi tranquillo. I suoi assistenti e un paio di cardinali erano anch'essi seduti attorno a me, e una volta che l'aereo è decollato ho cominciato davvero a rilassarmi. Volare con il Santo Padre deve essere il modo più sicuro di volare, perciò poco dopo cominciai a dedicarmi ai drink piuttosto intensamente. Le hostess erano molto cortesi, ma sentivo che stava sorgendo qualche preoccupazione. Notai inoltre che Sua Santità aveva messo da parte le carte papali e stava facendo un cruciverba. Usava una matita e, da quanto potevo vedere, non aveva alcuna difficoltà a completare l'opera.

Poi improvvisamente il Santo Padre si voltò -- io ero nella fila dietro -- e si rivolse a me: "Figliolo, conosce forse una parola di quattro lettere che finisce in UNT?" Il sangue mi si gelò nelle vene e rimasi senza parole. La parola che per prima venne alla mia disgustosa mente mi avrebbe garantito di passare l'eternità nell'inferno rovente. Cosa fare, cosa fare; cominciai a sudare e a quel punto l'alcool aveva cominciato a confondere tutto. Supplicai l'Onnipotente per qualche ispirazione e --- BINGO -- mi colpì come una tonnellata di mattoni. "Aunt, Aunt, Sua Santità", quasi gridai. Egli si illuminò in un sorriso beatifico e mi ringraziò. Poi si girò di nuovo e chiese: "Non è che per caso avrebbe una gomma per cancellare?"

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Nota -- MM

Chi traduceva non aveva la minima idea di quale parola potesse essere saltata in mente a Taki. Dopo qualche ricerca, la conclusione è che la parola incriminata probabilmente è "cunt", il cui significato il lettore curioso può facilmente rintracciare.

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