Il ritorno all'Austria di Taki (no, non si tratta dell'economia)

Taki Theodoracopulos (takimag, 30 giugno 2018)

SCHLOSS WOLFSEGG — Stavo osservando due uomini molto vecchi che si avvicinavano lentamente alle porte aperte dell'aereo Pilatus contro cui ero appoggiato, quando mi sono reso conto che erano i piloti che stavano per portarmi al matrimonio di mia figlia. Quello chiamato Willy ha porto la mano; lo stesso ha fatto Alex, un uomo minuto che pareva sopra la novantina. “Ah, Herr tennis man”, ha detto, citando poi un incontro che avevo vinto più di cinquant'anni fa quando ero sul circuito del tennis, “wie geht es?” Willy poi mi ha detto che Alex era un pilota di Airbus in pensione da 30 anni e ora volava come assicurazione nel caso il pilota cadesse morto stecchito durante il volo. Non mi poteva importare di meno. Il Pilatus è il mio aereo preferito, con sei sedilI larghi e uno proprio dietro ai due piloti. Con un motore Pratt & Whitney da 1700 cavalli, viaggia silenzioso a 250 nodi e può volare senza rifornimenti per quasi 2000 chilometri. Può atterrare su un francobollo e ce ne sono 1500 esemplari a ronzare attorno al globo.

Abbiamo lasciato Saanen, un aeroporto privato vicino a Gstaad, e siamo arrivati a Salisburgo un'ora e quindici minuti più tardi. Alexandra (la madre dei miei figli) aveva portato con sé ogni sorta di genere di conforto, ma lo stesso avevano fatto i due piloti, così quando siamo atterrati lo champagne stava cominciando a fare effetto. La mia bellissima figlia, la futura Gräfin Saint Julien, ci stava aspettando nel suo ultimo giorno da semplice Miss Taki.

Il mio primo pensiero alla vista del castello bianco antico di 1000 anni che sarà la sua casa da ora in poi è stato un pensiero semplice: almeno non sarà rapinata da qualche teppista chiamato Muhammad come è successo quando era a Londra, nel SW10, dove il deputato locale, tale Greg Hands, ha mostrato altrettanto interesse al suo caso di quanto faccia io quando si parla delle elezioni in Burundi. (La polizia è stata gentile ma sottodimensionata, e non c'era nulla che potessero fare; l'area continua ad essere terrorizzata da inquilini di case municipali.) Così, c'era questo enorme castello bianco su una collina circondato da fitta vegetazione, sovrastante un borgo con lo stesso nome; il castello fa sembrare Badminton House, al confronto, come una villetta bifamiliare vicino a Reading. (Altre notizie su Badminton tra due settimane, se sopravvivo alla festa imminente.)

Mio genero, il conte Edouardo Saint Julien-Wallsee, è un nobile austriaco la cui famiglia e titolo esistono da più di 900 anni. (Luigi IX ricompensò la famiglia dopo la Seconda Crociata). Lui e la sua famiglia ed io ci troviamo bene insieme come una casa in fiamme, e la sera del matrimonio abbiamo fatto di gran lunga troppo tardi e ci siamo sbronzati. Edo è il capofamiglia, e ho conosciuto i suoi più cari amici la prima sera al castello. Anche se odio suonare stucchevole, non ho mai conosciuto gentiluomini così veramente d'altri tempi in tutti i miei anni di viaggi in tutto il mondo. Erano tutti giovani, tutti nobili, con belle mogli e bellissimi figli biondi, e bellissimi modi. In effetti, l'ambientazione e il posto sembravano direttamente tratti da The Sound of Music, senza la volgarità dei von Trapp.

La pompa e lo sfarzo di un impero austriaco di tanto tempo fa sono stati evocati nella cappella del castello mentre il Pastore Himmelbauer (“muratore del cielo”) presidiava alle nozze della mia ragazza con Edo, con una grande banda dai magnifici costumi che dopo ha suonato con tutto il cuore nel cortile. Incidentalmente, nella chiesa del paese il giorno dopo -- sono andate mia moglie e mia figlia, perché lo sposo ed io stavamo smaltendo la sbornia -- il luogo di culto era pieno zeppo, la gente vestita di tutto punto nei costumi tradizionali, il coro cantava angelico e fuori la banda di venti uomini marciava al passo. C'erano persino elmetti piumati sfoggiati da vecchi ufficiali -- la "Marcia Radetzky" di Strauss era l'unica cosa che mancava. Quello che mi manca di più, tuttavia, è la camminata spavalda caratteristica degli ufficiali imperiali dell'Impero Austro-Ungarico.

In uno dei numerosi saloni ho notato due ritratti di due giovani ufficiali di bellissimo aspetto nelle loro uniformi di cavalleria, i prozii di Edo. Entrambi furono uccisi nel 1918 in Bessarabia, morti all'età di 23 e 21 anni. Le loro nipoti, ora avanti in età ma meravigliosamente amichevoli e divertenti, sono venute per il matrimonio.

Il castello, che si trova circa 35 miglia a est di Salisburgo, è circondato da foreste di alti alberi di conifere, pini e abeti, con le montagne prealpine austriache in lontananza. Dava la sensazione un po' come della terra di Tomasi di Lampedusa, un tuffo nel passato fatto di eleganza e buone maniere e abiti di tanto tempo fa. Mentre ondate umane di immigranti dall'Africa e dal Medio Oriente si riversano sulle coste quotidianamente, questa parte dell'Austria sta ancora resistendo, appena. Nella capitale di Wolfie, Salisburgo, l'architettura barocca è ancora la meglio preservata di tutte. Ho notato molti rifugiati dall'aspetto tetro e simil-Salieri. Peggio, tuttavia, sono i turisti, l'assillo della nostra epoca, che mangiano e bevono e intasano quelle bellissime vie in cui nacque Wolfie. Dio, quanto odio il mondo moderno e le sue moderne non-maniere, la mancanza di stile, gli orrori della musica moderna e dei costumi moderni. Potrei pure trasferirmi qui per sempre, ma alla fine abbiamo chiuso il cerchio. I miei antenati paterni provenivano da queste parti, io ho sposato una tedesca la cui famiglia andò in Austria nel diciottesimo secolo, e ora mia figlia è sposata ad un austriaco. Non potrei essere più felice. Auf Wiedersehen, meine Lieben.

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Nota -- MM

Effettivamente la figlia di Taki si era sposata anche 4 anni fa, con un altro signore. Non so perché ne parli ancora come "miss Taki", ma certamente sono fatti loro! Il tema dell'articolo è naturalmente l'immigrazione senza limiti e lo strangolamento della cultura europea (dovuto non tanto all'immigrazione in sé quanto alle idee che portano persino ad accettare passivamente questa invasione imposta ai cittadini occidentali e pagata con i loro soldi).

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