Taki, tornato dal viaggio di gruppo in Normandia dove ha visitato i luoghi delle battaglie del 1944, riflette sulla guerra

Taki Theodoracopulos (takimag, 2 giugno 2018)

bigstock German Military Cemetery at La 170665391Sono tornato a New York e sto digerendo i cinque gloriosi giorni passati in Normandia. Per che cosa fu tutto il combattimento, si potrebbe chiedere. Fu per l'uguaglianza, la diversità culturale, la dignità dell'uomo? Tutti slogan progressisti oggigiorno. Libertà è anch'essa un parolone oggi, però tutto quello che vedo sono enormi governi centrali con poteri arbitrari à la Bruxelles e Washington, D.C.  La Normandia ci ha promesso molto ma, per quanto mi riguarda, ha mantenuto poco. Se la libertà di espressione era inesistente in Germania nel 1940, i poteri arbitrari garantiti dalla correttezza politica la rendono altrettanto rara a Londra e New York nel 2018.

La nostra soffocante cultura di correttezza politica oggi rende il sacrificio di quei giovani uomini che caddero in Normandia, bé, non proprio invano, però difficilmente giustificato. Il degrado materiale e spirituale dell'Occidente postmoderno -- la pornografia, la violenza e l'avidità -- non merita la vita di un singolo Green Jacket, GI, o Panzergrenadier. Chiamatemi cinico se volete, ma dopo aver visitato le tombe di giovani americani, inglesi, canadesi e tedeschi la pena si è tramutata in rabbia per quello che abbiamo fatto con la nostra preziosa vittoria. Oggi siamo tutti prigionieri di una soffocante uniformità culturale che punisce coloro che sconfinano altrettanto velocemente e senza pietà di quanto abbia mai fatto una visita della Gestapo. Qualità come virtù e buona educazione sono ora viste come irrazionali e dannose, mentre le fesserie PC regnano supreme.

Ho già citato [N.d.T.: in precedenti racconti di questo viaggio le scorse settimane, qui e qui] il nostro führer James e il re di LNG Peter, e mein kamerad Tassilo; gli altri erano John Moore, un imprenditore di grande successo; Matthew Westerman, dell'Imperial War Museum; Martin Houston, magnate di gas e petrolio; Robinson West, un insider di Washington; e Tom Harley, un negoziatore internazionale australiano in attesa di andare in Arabia Saudita, a cui ho chiesto di dire "a quel grasso testa di tovaglia di MbS di smettere di assassinare per fame bambini yemeniti", e che mi ha risposto "mi assicurerò di usare queste esatte parole per il massimo effetto". Tutti noi nove siamo appassionati di storia, e certamente abbiamo imparato storia fino ai minimi dettagli per cinque giorni.

L'Operazione Cobra, lanciata dagli americani alla fine di luglio, creò la breccia decisiva nelle linee tedesche. Millecinquecento B-17 e B-24 squassarono il paesaggio con bombardamenti a saturazione, e aerei da combattimento con napalm si unirono nel cataclisma. La Panzer Lehr fu letteralmente polverizzata, con Panzer da 45 tonnellate che volavano in aria come fossero giocattoli. Il generale Fritz Bayerlein, che si salvò per miracolo, rispose agli ordini del quartier generale di non ritirarsi con quanto segue: "Nessuno dei miei uomini si ritirerà di un singolo metro perché sono tutti morti". Nonostante tutto, i tedeschi resistettero in buche predisposte sulla strada Coutances–St. Lo. Le boscaglie della Normandia, alte e dense, aiutarono i difensori a sistemarsi e spostarsi, sistemarsi e spostarsi. "Meglio del cemento", disse un granatiere.

A questo punto l'ora di Patton era finalmente arrivata. Atterrò in Normandia, disse a qualcuno che lo avvisava del pericolo di cecchini di "andare al diavolo", prese il comando della Terza Armata e si gettò nella mischia. Seguivano centomila uomini. I tedeschi non potevano far altro che guardare le migliaia di uomini e chiedersi come sarebbe stato se. All'inizio della campagna di Normandia i tedeschi avevano 2400 carri armati; dopo 77 giorni di guerra ne avevano... 24. Fate voi i conti.

Quando le condizioni meteorologiche minacciavano pioggia, la Wehrmacht contrattaccava facendo breccia nelle linee nemiche più volte. Quando il sole splendeva, Wehrmacht Kaput. Intanto a Berlino, Goering si stava godendo la sua morfina, incidentalmente. Quello che mi ha commosso di più è stato leggere le età di quei soldati caduti di tutti i lati. Ho scelto a caso due tra gli undicimila al cimitero tedesco a Marigny: Granatiere Christian Herrmann, 17 anni, sepolto nella stessa tomba di fianco a Sven Wieckmann, 18 anni. Croci di pietra scura per i tedeschi, lastre per gli inglesi, croci bianche per gli americani, tra file di querce sempreverdi, ne fanno un magnifico posto per l'eterno riposo, con le parole iniziali del “Battle Hymn of the Republic” incise ai piedi della statua di un guerriero nudo che fa la guardia ai morti.

L'11 agosto il contrattacco di Kluge è definitivamente sconfitto, quando aerei Typhoon che volavano in coppie colpiscono i rimanenti Panzer. I polacchi si stanno ammassando nel Falaise Gap, spazzando via i tedeschi che finalmente si stanno arrendendo in massa. Il nostro gruppo è stato di fronte al corridoio della morte, così è chiamato, sulle banchine del fiume Dives, immaginando i Panzer che si arrampicavano per uscire dalla buca sotto il fuoco costante da attorno e da sopra. Per ultimo abbiano visto la statua di bronzo del generale Maczek, l'eroe polacco che visse fino a 102 anni. Fu lui a chiudere il Falaise nella battaglia finale dopo 77 giorni.

Mezzo milione di feriti, duecentomila morti -- a che prezzo la Normandia? Seimilasettecento morti al giorno, di più in rapporto che alla Somme. Cavalli morti ovunque, uomini morti e distruzione. I suoni della battaglia sono il fuoco di mortaio, lento; il fuoco d'artiglieria, più veloce; l'artiglieria pesante, molto più veloce. Le detonazioni danno l'impressione che la Terra si frantumi, spingendo a schiacciare la faccia al suolo pregando che finisca, poi un altro ululato che fa venire i brividi e ancora altra distruzione. Questa è la guerra, non le stronzate di Hollywood. Tutti i bei pensieri sul morire per una causa spariscono rapidamente. I bombardamenti aerei fanno impazzire gli uomini, alcuni che si spaccano il cervello prima di cadere morti. Eroi come George W. Bush, Dick (nove differimenti) Cheney, Bill Clinton, Mohammed bin Salman e altri della loro sorta mandano giovani uomini a combattere. Vorrei ritornare ai bei vecchi tempi, quando i leader guidavano dal fronte -- conoscete il tipo: Achille, Leonida, Alessandro, Milziade, Ney. Ma sto sprecando il mio tempo. Sparare a tutti quelli sopra i 30 anni che vogliono la guerra.

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Nota -- MM

Come ho accennato, non ho tradotto le prime due parti sul viaggio in Normandia, che comunque sono sul sito di Taki ai link che ho inserito. Non adatte alla traduzione, sono in ogni modo davvero interessanti.

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