L'ironia di Taki sulle assurdità malvage dei "benpensanti" della nostra epoca

Taki Theodoracopulos (takimag, 28 aprile 2018)

Benito vive! Le Camicie Nere sono tra noi. Il fascismo è in marcia, almeno secondo Madeleine Albright, segretario di stato sotto Bill Clinton e -- a mio personale giudizio, per aver permesso ai gangster albanesi di impossessarsi del potere in Kosovo -- il peggior ministro degli esteri americano di sempre. La Albright attacca l'Ungheria e la Polonia, i più recenti cattivi ragazzi per la sinistra, colpevoli di preferire la gente del loro tipo ai migranti africani, ma non è l'unica a farlo. I soliti sospetti stanno accorrendo tutti. Il fascismo è tornato, ma questa volta, ahimè, senza le bellissime uniformi. Dannazione!

La Albright fu redarguita per bene tanto tempo fa da Barbara Amiel perché pretendeva di non sapere di essere ebrea -- fino a quando non arrivò il richiamo da Washington. "Non si è mai guardata allo specchio?" scrisse Barbara, Lady Black, lei stessa molto orgogliosa di essere ebrea. Spero di non stuzzicare la Albright, un tipico personaggio falso di Washington, ossequiosa verso la sinistra alla moda. Semplicemente non amo la sua scelta di parole. Il fascismo è associato a grandi folle, grandi edifici, grandi pantaloni alla zuava, stivali scintillanti, e gran quantità di cavalli in parata.  E pennacchi di piume, molte piume. Non vedo nulla di tutto ciò: neanche sento bande che suonano la marcia, figuriamoci vederle. Come tutta la sinistra, questa donna è piena di assurdità. Se il fascismo è in marcia, io sono Bill Cosby. (Quel pover'uomo ha già pagato 3,38 milioni di dollari alla presunta vittima, e ora corre il rischio di passare la vita in prigione e dover pagare altri milioni).

Ragazzi, quanto la sinistra ha il grilletto facile. Non ci vuole altro che l'accento sbagliato (degli Stati Uniti del Sud), le sembianze sbagliate (nord-europee), i vestiti sbagliati (abito su misura), e l'atteggiamento sbagliato (soddisfatto) perché l'oltraggio cominci a scorrere. E riguardo al patriottismo, che non vi venga neanche in mente. (Siamo tutti un solo popolo e altre fesserie del genere.) L'etichetta fascista si applica anche a quei tipi poco raffinati che pensano che le toilette dovrebbero essere segregate e usate dalla persone secondo il genere che corrisponde a quello sul certificato di nascita. Fare resistenza al trend sulle toilette, o legge sulle toilette - diventerà presto legge nella terra dei depravati - è qualcosa di indicibile.

In un ristorante chic di Noo Yawk l'altra sera, una donna di aspetto cinese che parlava con accento americano, e diceva "come" ogni tre parole - forse due, si lamentava del Texas. "Ero, come, ad Austin, ed è, come, il posto più progressista di tutto lo stato, ma era, come, terribile, un posto tremendo, come, orribile ...". Stavo gustando una torta baklava con i miei amici Michael Mailer e Bartle Bull, e avrei dovuto rovesciargliela in testa, ma lei avrebbe pensato di me che io sia, come, un fascista, così io, come, ho lasciato perdere.

Ma non importa. Anche quel giovane sbarbatello di Macron è preoccupato che il passo dell'oca stia diventando chic: "Gli europei dovrebbero voltare le spalle al nazionalismo egoista", dice il gerontofilo. La xenofobia è la sua particolare fobia. Il fatto che gli ungheresi e i polacchi abbiano eletto governi che non cantano in coro con la UE proprio non gli va giù. Invece va giù il fatto che la UE operi senza trasparenza, che i suoi funzionari siano non eletti e non tenuti a rispondere. Curioso questo. I dittatori accusano i democraticamente eletti di essere dittatoriali.

In questo scenario sotto-sopra,  i polacchi e gli ungheresi rimangono i popoli migliori in Europa, o almeno i più onesti quando si tratta di democrazia.  Quello che i bien-pensant chic chiamano liberalismo ha ingannato la gente per un po', ma ora il gioco è finito. Una minoranza ha guadagnato enorme potere e ricchezza dalla globalizzazione, però le masse sono state lasciate fuori al freddo. I bien-pensant -- brutti, viscidi, avidi, ben connessi, e ricchi, nascosti nelle loro ville, nelle case nei campus, e in ben sorvegliati appartamenti in città -- non hanno mai sperimentato difficoltà finanziarie. Sono tutta teoria e nessuna pratica. Questi solipsisti non riconoscerebbero un migrante se uno del tipo sbagliato entrasse nella loro casa e li rapinasse. Tranne che il migrante non lo farebbe, perché non potrebbe. Troppe guardie. I bien-pensant solipsistici non hanno mai sperimentato le dirette conseguenze dell'immigrazione, però scrivono e persino ci danno lezioni su questo. Non si sono mai sentiti come stranieri nel loro stesso paese, e guardano dall'alto al basso quelli a cui succede. Incoraggiano la creazione di "safe space" nelle scuole e università per quelli che impongono regole di espressione e comportamento per quelli che non sono d'accordo con loro. In America c'è libertà di parola solo per chi pensa come i bien-pensant; gli altri sono considerati tutti fascisti.

Il che mi porta a chiudere il cerchio. Il fascismo è qui, l'unica cosa che manca è Benito.  Personalmente -- ne sono stato testimone da bambino -- le uniformi italiane erano un peu trop. In particolare a me non  piacevano le camicie nere senza colletto, preferendo i colletti a punta della Wehrmacht, con la croce di ferro appesa al centro. Non ci sarà mai un'uniforme da ufficiale più chic di quella tedesca. Non stupisce che le uniformi di oggi (eccetto quella dei Marines degli Stati Uniti), che seguono il modello americano, diano a chi le indossa l'apparenza di spazzini. 

E così questo è quanto, cari lettori. Il fascismo è di nuovo alla moda. Le folle si stanno radunando, le parate sono in corso, Benito ci guarda dall'alto (o, più verosimilmente, dal basso) e ci dà la sua benedizione. Madeleine Albright e i bien-pensant ci hanno detto così.

(Traduzione Maria Missiroli)

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