Il dottor Dalrymple va a Ginevra e rabbrividisce

Theodore Dalrymple (takimag, 23 dicembre 2017)

Durante una recente visita a Ginevra, qualcuno mi ha porto un opuscolo intitolato 170 azioni quotidiane per trasformare il nostro mondo, prodotto, così informava i lettori una nota comprensibilmente defilata sulla terza di copertina, dal Progetto per il Cambiamento della Percezione dell'Ufficio delle Nazioni Unite a Ginevra, noto con il suo elegante acronimo, UNOG.

Sul retro dell'opuscolo lucente di patinatura c'erano le seguenti parole, evidentemente ritenute molto eloquenti dagli stakanovisti al Progetto per il Cambiamento della Percezione dell'UNOG:

Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile sono la lista delle cose da fare per l'umanità verso un pianeta sostenibile, una chiara roadmap per un futuro migliore.

C'è veramente qualcuno nel mondo che davvero pensa in parole come queste, o che ha pensieri che in qualche modo vi corrispondono? Se è così, c'è molto di cui commiserarli: deve essere una terribile afflizione.

A confronto con il totalitarismo dell'UNOG, tutti gli altri totalitarismi -- il totalitarismo di Stalin coi suoi gulag, il totalitarismo di Hitler con i suoi campi di sterminio, il totalitarismo di Pol Pot con il suo trasferimento forzato di gente di città nei campi di riso -- non erano che soluzioni locali a questioni locali. Secondo l'UNOG, circa 6.000.000.000 di esseri umani (o qualunque sia il numero di cui è composta l'umanità oggi) hanno una lista uniforme di cose da fare che, presumibilmente, tutti dovrebbero attaccare con una calamita alla porta del loro frigorifero.

Quali sono queste cose? Dopo averne lette alcune, confesso che mi è venuta vividamente in mente la volta che, molti anni fa, trangugiai un gran numero di cioccolatini ripieni in un teatro prima che si alzasse il sipario e dopo ebbi un certo mal di pancia per il resto dello spettacolo.

Prendo a caso alcune delle 170 cose che l'umanità dovrebbe fare.

Non buttare, non buttare, non buttare. Se rimangono cubetti di ghiaccio dopo aver bevuto, non buttateli. Metteteli nelle piante.

Questo mi ha fatto venire in mente il libro sovietico di frasi multilingua che comprai a Mogadiscio in un periodo di carestia e epidemia di colera:

Passami il binocolo da opera, per favore.

Un'altra:

Una volta al mese prendete un caffè con una persona diversa da voi, che sia in razza, credenze, cultura o età.

Qui, mi compiaccio di poter dire, io supero di gran lunga l'obiettivo; in realtà, se si tratta di prendere un caffè con una persona differente da me, io supero l'obiettivo praticamente tutti i giorni della mia vita. Prendo più di un caffè al giorno con mia moglie, che è diversa da me in genere (come adesso dobbiamo dire), cultura e credenze.

Non vorrei vantarmi eccessivamente, ma tutti quelli che incontro sembra siano differenti da me; in effetti, non incontro mai i miei cloni, se anche ce ne fossero. E lascio decidere ai lettori quanto sia facile per i nomadi dell'Ogaden incontrare qualche banchiere svizzero o boscaiolo canadese per il loro caffè mensile. (In quale lingua comunicherebbero? UNOGese?)

I lettori dell'opuscolo, tutti presumibilmente membri dell'umanità, sono invitati a "Viaggiare il mondo per imparare riguardo alle culture diverse.”

Ora, come la più minima riflessione o esperienza convincerà qualsiasi persona di intelligenza e sensibilità nella media, non c'è nulla come il viaggio di massa che distrugga il valore - educativo, spirituale, estetico - del viaggio stesso. Neppure c'è alcuna ragione per supporre che altre culture, quando scoperte, saranno necessariamente accolte con approvazione dai viaggiatori piuttosto che, per dire, disgusto. Quando Sayyid Qutb andò in America, per esempio, la sua mente si chiuse per sempre. Confesso che quando ho visitato la Corea del Nord, non è sorto in me alcun rispetto per la cultura nordcoreana, la quale è un misto permanente tra il Raduno di Norimberga e Busby Berkeley [N.d.T.: regista e coreografo statunitense soprattutto di musical degli anni '30 e '40, noto per le scenografia grandiose.], bensì mi ha portato a vederla con assoluto orrore e avversione. Da nessuna parte nel mondo -- in ogni caso, in nessuna parte del mondo a me nota -- la tirannia è più assoluta e pervasiva che in Corea del Nord. Sono quindi colpevole, per la mia avversione, di non adempiere ad un'altra delle 170 azioni quotidiane di trasformazione, cioè di imparare a rispettare tutti i tipi di gente che potrebbero fare le cose in modo diverso da me?

Tutti i tipi di gente? Avete detto tutti? Serial killer, ad esempio, o assassini di massa, rapinatori di banche, torturatori, estorsionisti e ricattatori, trafficanti di droga e truffatori? Ah, ma non dobbiamo stereotipare gli assassini di massa, perché dobbiamo "Smettere di stereotipare" e "Scrivere un blog di racconti che si distaccano da quel modo di pensare".

Supponete che ogni blog di racconti consista in quattro racconti sul tema (un numero modesto, certamente): vale a dire, è nella lista di cose da fare per l'umanità scrivere 24.000.000.000 di tali storie. In queste circostanze, penso che possa essere un tantino difficile evitare gli stereotipi del tutto.

Un'altra delle cose che tutti dovremmo fare è "istruirci sulle cause e sui sintomi delle malattie cardiache così come di altre malattie non trasmissibili". Questo potrebbe essere in qualche modo oneroso in termini di tempo, come si renderebbe conto chiunque abbia seguito i dibattiti tra esperti (che hanno dedicato le loro intere vite all'argomento) sulle cause dell'ipertensione e delle malattie coronariche. L'UNOG va di corsa dove gli angeli hanno paura di volare.

L'uniformità di opinione su materie controverse è un assunto nell'opuscolo, e la libertà di alcun tipo o descrizione non è citata da nessuna parte, neanche di nome. È assunto che le associazioni di beneficenza e gli aiuti ai paesi stranieri progettati per sollevare i poveri effettivamente sollevino i poveri, e che alzare il salario minimo accresca il benessere dei più poveri senza far aumentare la disoccupazione (che può essere peggio per la salute e il benessere rispetto ai salari bassi). Non è che io non voglia una equivalente e opposta ortodossia sui temi che l'opuscolo affronta, è che non voglio alcuna ortodossia del tutto.

Cosa fare con gli ipocriti senza scrupoli all'UNOG e al relativo Progetto per il Cambiamento della Percezione, i quali immaginano che producendo queste melliflue fesserie a vanvera stiano realmente lavorando invece che fare da parassiti proprio all'umanità a cui danno liste di cose da fare? È ovvio. L'UNOG dovrebbe essere trasformato in UNOP, United Nations Office a Pyongyang, dove quelli che vi lavorano dovrebbero essere pagati in valuta nordcoreana al salario minimo della Corea del Nord e con i benefici pensionistici della Corea del Nord. Questo porterebbe a distinguere alla svelta le pecore umanitarie dalle capre carrieriste. Un bel cambio di percezione davvero!

You have no rights to post comments