Taki non si sente in colpa per essere bianco e ben educato

Taki Theodoracopulos (takimag, 25 novembre 2017)

Il falso Leonardo venduto per 400 milioni di dollari - più 50 milioni di commissione per Christie's - è stato un argomento dissezionato in lungo e in largo dalle celebrità presenti a due cene decisamente splendide a New York, offerte da George Livanos e Mick Flick. Gli ospiti non erano i tipi da essere oltraggiati o sbalorditi dall'oscenità della quantità di soldi coinvolta, ma era meglio che parlare del tempo o del perché i media odiano Trump così tanto.

Se qualcuno di voi non ne fosse al corrente, il Leonardo -- in origine ritenuto opera dell'allievo di Leo Giovanni Boltraffio -- in parte era stato successivamente ridipinto sopra, poi ripristinato cancellando la pittura successiva. Ora si pensa sia opera del maestro, dopotutto. Ma non tutti (io, ad esempio) sono convinti. Ad ogni modo, sembra sia stato acquistato da -- chi altri? -- quella gente che ha rovinato il football, il mercato della prostituzione, le vendite di yacht e qualsiasi altra cosa tocchino -- i cammellieri di Abu Dhabi e il loro cosiddetto museo Louvre.

Basta così su un argomento poco piacevole controllato da gente estremamente poco piacevole. Quando la bolla scoppierà, alcuni di noi che realmente apprezzano l'arte, e non per i soldi, festeggeranno, però non ancora. Un altro oltraggio newyorchese è un articolo di una giornalista femmina su quell'innominabile vecchia ciabatta di un giornale, e cito: "La soluzione è mettere persone in posizioni di potere che siano non maschi, non eterosessuali, non cisgender, non bianche. Questo non è portare via qualcosa ingiustamente -- è ristabilire opportunità che sono state storicamente trattenute.' Caspita, pensavo che quello fosse già stato provato con l'affirmative action, ed è stato un vero disastro. Ora le ragazze da questa parte dell'oceano vogliono provarlo di nuovo, con quei tesorini che ricevono l'assenso a farlo. Infermiera, aiuto! Lo sbilanciamento di potere tra uomini e donne sta per cambiare per sempre, con qualche lesbica americana pelosa al comando. Non contateci troppo.

Tutti da queste parti -- eccetto la gente nata in famiglie molto buone -- sembra stiano facendo mea culpa di questi giorni. Harvey Weinstein ha fatto partire tutto quanto, e ora un imbecille che era direttore di New Republic ha scritto una meditazione autoflagellante, cospargendo di cenere il suo stupido capo per il fatto di essere bianco e ben istruito, e per aver goduto di 'vantaggio immeritato' che esclude altri. Infermiera, per favore, questa è una vera emergenza. Questo tipo è lì a scrivere queste stronzate per fare impressione sui suoi pari su quanto si senta angustiato, grazie alla possibilità offertagli in quanto giornalista. Tutto quello che dovrebbe fare è smetterla con il lavoro da scrittore e andarsene a scavare fossi, invece di mettersi in mostra in questa maniera così assurda. Ancora meglio, scavare fossi e andarsene in qualche colonia di lebbrosi, pezzo di merda.

Buffo, ma proprio non mi sento in colpa per essere bianco e aver avuto un'istruzione. Forse è perché ho trascurato la seconda cosa pensando solo a donne e sport -- in quest'ordine. E non credo che ereditare soldi sia qualcosa di cui sentirsi colpevoli. Quelli di sinistra ritoccano il passato perché non riescono a tollerare la verità. Però più provano a nascondere il passato, più chiaro esso diventa. Almeno per quelli tra noi che non si fanno incantare dalle stronzate politically correct.

Verso la fine di una settimana molto movimentata, ci siamo incontrati con il mio amico Bob Geldof. Lui ed io siamo in disaccordo su quasi tutto, tuttavia ci consideriamo grandi amici l'uno con l'altro. La prima cosa che Michael Mailer ha chiesto a Bob è stata quando cominceranno ad andare dietro alla gente del rock-and-roll per molestie sessuali. Bobsie, così lo chiamiamo, si è messo a ridere fragorosamente. 'Quello che diranno è yeah, we did, fuck you.' Adoro Bob perché dice le cose come stanno e nonostante avesse due bellissime donne che venivano da lui, ha citato 'Frogette' -- sua moglie -- e questo ha messo l'ammortizzatore ai loro sogni notturni. Ad un certo punto Bobsie ha detto che prendo sempre le parti dei dittatori, il che effettivamente è vero, perché così c'è meno ipocrisia. La sinistra è altrettanto dittatoriale della destra, se non di più, ma cerca di nascondere questo fatto dietro la pretesa di moralità. La sinistra nasconde il suo desiderio di impedire il libero pensiero e la libera espressione dietro la posa di avere le posizioni giuste. Maduro in Venezuela è un esempio perfetto. Un altro sono i millennial che non permetterebbero a nessuno con idee diverse dalle loro di parlare nelle loro università. Preferirei cento volte quei dittatori vecchio stampo con i loro bellissimi pantaloni e stivali fiammanti.

Infine, una predizione: Harvey Weinstein non vincerà alcun Oscar quest'anno. Sono molto orgoglioso del fatto che per 25 anni Graydon Carter molto cortesemente mi ha invitato alla festa degli Oscar di Vanity Fair. Non ho mai partecipato perché detesto Hollywood e la gente che bazzica là. I miei figli una volta andarono quando erano molto piccoli. Ora che lui non è più il direttore, non ci saranno più inviti e la tentazione di andare.

Quest'anno la cerimonia degli Oscar promette di essere un funerale. Di uomini. I discorsi scivoleranno nell'assurdità e nell'irrilevanza: parleranno di come grossi uomini brutti abbiano maltrattato tesorini nell'ultimo paio di migliaia di anni. Facciamo 3000.  Hollywood ci ha fatto la lezione per di gran lunga troppo tempo. Così tanta santimonia farebbe vomitare persino vecchi lupi di mare. Cancellate gli Oscar. Portate in scena gli Harvey.

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