La giovane parlamentare statunitense Alexandria Ocasio-Cortez, che ama dirsi socialista, vorrebbe portare il tasso marginale di imposta tra il 70 e l’80 per cento. Un ritorno all’epoca pre Reagan o alla prima metà del secolo scorso, allo scopo di finanziare, assieme ad altre misure, un iperpoliticamente corretto e altrettanto socialista “Green New Deal”.

Come era logico attendersi, Paul Krugman non avrebbe nulla in contrario. Anzi, giustificherebbe il provvedimento sostenendo che gli studi di altri economisti (Peter Diamond, Emmanuel Saez, Christina e David Romer) confermerebbero che ciò non farebbe male all’economia.

Questo approccio che uno può definire pragmatico o utilitarista, giustificherebbe qualsiasi provvedimento predatorio, se solo qualche modello “dimostrasse” che “funziona”, ossia che non peggiora la crescita del Pil. Con buona pace di chi vedrebbe inasprirsi il carico fiscale.

Il tutto facendo riferimento all’utilità marginale decrescente. Che è indubbiamente tale, ma che non è però quantificabile, essendo del tutto soggettiva. Contrariamente a quanto sostenuto da Krugman e compagni.

Date a una famiglia con un reddito annuale di 20.000$ un extra di 1.000$ e farà per le loro vite una grande differenza. Date l’extra a uno che guadagna 1 milione e lui se ne accorgerà appena. Ciò che questo implica per la politica economica è che non dovremmo preoccuparci di cosa una politica faccia ai redditi dei molto ricchi. Una politica che renda i ricchi un po’ più poveri riguarderà solo poche persone e inciderà a malapena sulla loro soddisfazione, dato che saranno ancora in grado di comprare ciò che vogliono.”

Bontà sua, perfino Krugman si rende conto che se l’aliquota marginale arrivasse al 100 per cento verrebbe eliminato qualsiasi incentivo a produrre altro reddito. Ma non mi stupirei se un giorno o l’altro affermasse il contrario.

In definitiva, “quando tassiamo i ricchi, tutto ciò di cui dovremmo preoccuparci è quanto gettito riusciamo a ottenere”.

Posto che, come accennavo, l’utilità marginale è sì decrescente, ma non è quantificabile essendo soggettiva, l’idea che il diritto di proprietà possa essere compresso a piacere con la presunzione che i tartassati “saranno ancora in grado di comprare ciò che vogliono” è aberrante, ed è il motivo principale per opporsi alla tassazione in generale e a quella predatoria in particolare.

Il socialismo, in sintesi, va contrastato non tanto e non solo perché produce miseria, ma principalmente per la violazione sistematica del principio di non aggressione.

A maggior ragione quando a supporto di tesi socialiste c’è gente come Krugman.

(Matteo Corsini)

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