I ministri di qualsiasi governo hanno la tendenza a decantare stanziamenti miliardari a favore di questo o quel gruppo di persone, ovviamente con soldi presi ai pagatori di tasse presenti o futuri. Nel caso di Luigi Di Maio e di Matteo Salvini, però, il balletto dei miliardi (spesso sparando cifre a caso), è particolarmente movimentato.

Nel caso dello statista di Pomigliano il tutto avviene con un perenne sorriso sulla bocca, indicando soluzioni all’apparenza semplici e indolori. Si prenda, per esempio, l’idea di alleggerire i bilanci comunali che, a suon di disavanzi, hanno accumulato debiti consistenti.

 

Di Maio afferma che “si deve aprire un dibattito e inserire nella manovra una norma per scorporare i debiti e affidarli a una struttura commissariale, che il Comune ripagherà un po' alla volta, senza ricadere sulla fiscalità generale.

Così facendo quei comuni recupererebbero capacità di spesa nell’immediato, risorse che oggi devono destinare al servizio del debito.

Ancorché Di Maio non lo dica esplicitamente, si tratterebbe di una ristrutturazione che, per essere tale, deve avere un valore attuale netto del debito post affidamento alla “struttura commissariale” inferiore a quello che ha ex ante.

Ma i casi sono due: o la perdita è subita dai creditori, oppure la struttura commissariale, gira e rigira, scarica i rischi e le eventuali perdite di questa operazione sulla fiscalità generale, contrariamente a quanto affermato da Giggino. Anche se il comune in questione, un po’ alla volta, pagasse i debiti.

In definitiva, l’ennesima goccia nel mare di sciocchezze che giorno dopo giorno esce dalla bocca di questo signore.

(Matteo Corsini)

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