Il mancato ministro dell’Economia, Paolo Savona, si è prodotto in una serie di dichiarazioni alla stampa estera che sembrano fatte apposta per alimentare la già scarsa considerazione di cui l’Italia e i suoi governanti pro tempore godono oltre i confini.

Per esempio, secondo Savona il programma di governo “dal punto di vista della logica economica e della necessità pratica, è moderato e con tutte le cautele necessarie”.

Quali siano queste cautele non è chiaro, dato che non sono ancora chiare le coperture (quindi quanto deficit effettivamente sarà fatto) e, soprattutto, le stime di crescita del Pil e di spesa per interessi nel prossimo triennio sono ottimistiche oltre quella quantità di cialtroneria che ogni governo tende a utilizzare nel fare previsioni di questo tipo.

Ma Savona, addirittura, ritiene che “la crescita italiana possa arrivare al 2% invece dell'1,5% e al 3% invece che all'1,6%”. Che è più o meno come sostenere che il Frosinone vincerà lo scudetto al termine del campionato in corso: un evento altamente improbabile.

Quanto all’andamento del rischio Italia sul mercato, secondo Savona “la prova dei mercati l'abbiamo superata”. Evidentemente per lui uno spread secondo solo a quello della Grecia e ormai circa 200 punti base oltre la Spagna e 160 oltre il Portogallo non rappresenta un problema.

Certamente c’è sempre la possibilità che le cose vadano peggio. Basta aspettare.

(Matteo Corsini)

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