A pochi giorni dalle elezioni presidenziali in Venezuela, Nicolas Maduro, che punta a essere rieletto, ha dichiarato che l’inflazione è “indotta da un attacco contro il nostro sistema cambiario”.

Nega, tra l’altro, che la crescita dei prezzi al consumo abbia raggiunto livelli da iperinflazione, accusando il Fondo Monetario Internazionale di ordire ai danni del Paese e del socialismo del XXI secolo.

Stando a Roberto Da Rin del Sole 24Ore, però:

L’unico fatto certo è che per comperare un (introvabile) rotolo di carta igienica bisogna riempire di bolivares un carrellino della spesa. Il cambio, variabile ogni minuto, non è più controllabile; la spirale svalutazione-inflazione, pare inarrestabile. I prezzi delle poche merci disponibili nei supermercati aumentano mentre si è in coda per acquistarle”.

Maduro nega anche che i venezuelani stiano cercando in gran numero di trovare riparo nei Paesi confinanti, soprattutto in Colombia.

Insomma: se le cose non vanno bene o non è vero, oppure è colpa di una cospirazione. Chissà perché sento che questo ritornello accomunerebbe Maduro ai nostri probabili prossimi governanti, che già hanno cominciato a usare i social network per prendersela con la spekulazione, come se creare ricchezza indebitandosi fosse possibile.

Magra consolazione, però, vedere che in Venezuela stanno peggio...

(Matteo Corsini)