Annunciando l’intenzione di introdurre una tassa addizionale sui contratti di lavoro fatti a stranieri, Marine Le Pen, candidata alla presidenza in Francia, ha sostenuto, tra l’altro:

La base di tutto questo è il patriottismo, ogni misura adottata e ogni euro speso deve difendere l'interesse dei francesi. In particolare consacrandosi a risolvere il problema del potere d'acquisto.

Instaurerò quello che ho definito un bonus di potere d'acquisto, che riguarderà tutti gli stipendi più bassi e le pensioni minime di meno di 1.500 euro netti. Sarà finanziato da un contributo sociale all'importazione dei beni e dei servizi del 3%, che porterà nelle casse 15 miliardi di euro come minimo. In media, questo bonus rappresenterà 80 euro al mese.”

Sono da tempo convinto che la Francia, spesso guardata dai politici nostrani come esempio da imitare, fornisca in realtà un’offerta elettorale tra le peggiori in Europa. In sostanza, al di là delle diverse etichette, tutti i candidati all’Eliseo sono portatori di una qualche versione di idea socialista.

Ognuno è pronto a violare la libertà contrattuale e il diritto di proprietà, tassando Tizio per dare a Caio (o viceversa, a seconda dell’orientamento).

Chissà cosa direbbe oggi Frederic Bastiat sentendo affermazioni tanto bislacche…

(Matteo Corsini)

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