La decisione di rinviare le scadenze fiscali ha riservato, come spesso accade, una beffa nei confronti di chi ha pagato con qualche giorno di anticipo.

E’ anche normale che ciò si verifichi quando il provvedimento di rinvio è emanato il giorno prima della scadenza, magari di sera.

Come riportava il Sole 24 Ore del 15 marzo, tra chi aveva già pagato “non è mancato chi, di fronte al comunicato stampa dell’Economia, ha tentato la revoca. Tuttavia, l’ordine di versamento, una volta entrato nei canali telematici Entratel dell’agenzia delle Entrate, a tre giorni dalla scadenza, imbocca una strada senza ritorno. Non può essere più bloccato. Il Fisco sembra anzi aver giocato proprio su questa regola per mettere al sicuro una quota di entrate. Chi ha versato secondo i termini ordinari non avrà alcun premio, tanto meno un rimborso. Nemmeno un “credito” da spendere magari in occasione di un futuro ritardo. Il Fisco incassa e basta.”

Pare però che il governo pensi di conferire una “menzione d’onore” per chi continuerà a pagare i balzelli anche durante il periodo di sospensione.

Lo chiamerei “premio Tafazzi”.

(Matteo Corsini)

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