Come spesso accade in situazioni di emergenza, chi governa espande ulteriormente la compressione della libertà delle persone, sia con riferimento alla libertà di circolazione, sia per quanto riguarda la determinazione dei prezzi di determinati beni o servizi.

Da ultimo il governo promette severe punizioni, da introdurre per decreto, contro chi, a suo dire, specula su gel e mascherine.

Così ha detto Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, o anche “Mr. Coronavàirus”:

Condanniamo tutte le speculazioni che qualche sciacallo sta facendo su gel e mascherine queste persone saranno punite.

Anche ammettendo che questi provvedimenti siano animati da buone intenzioni (e credo sia lecito avere dei dubbi), l’effetto dell’imposizione di limiti massimi ai prezzi di determinati beni non fa altro che favorire la rarefazione dell’offerta degli stessi.

In questi giorni si sente perfino qualche amministratore locale proporre la requisizione dei beni in questione. Il neo rieletto alla presidenza dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, ha detto:

D’intesa con i presidenti Zaia e Fontana, chiediamo il blocco delle esportazioni dei dispositivi di protezione individuale prodotti dalle aziende italiane e la requisizione di questo materiale. Una misura necessaria per evitare che fra pochi giorni ci si trovi nella situazione in cui non si trovino mascherine, tute, guanti, cuffie e i dispositivi necessari, soprattutto nelle Regioni più colpite.”

Il problema è duplice, perché a fronte della compressione della libertà durante la fase di emergenza, non c’è nessuna garanzia che i provvedimenti restrittivi siano altrettanto rapidamente rimossi una volta passata, si spera il prima possibile, l’emergenza stessa.

(Matteo Corsini)

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