Pierpaolo Baretta, sottosegretario Pd al ministero dell'Economia, è il classico esempio di politico di sinistra di estrazione sindacale che vede nel tassa e spendi la ragion d’essere dell’azione politica.

In questo periodo in cui, tra uno screzio e l’altro, la maggioranza di governo parla di riforma fiscale (come da tradizione), il mantra è quello della riduzione delle tasse per redditi bassi e medi. Il fatto poi che poi il discrimine tra reddito medio e alto sia posto a un livello tale per cui, fiscalmente parlando, siano considerati ricconi anche persone che non navigano nell’oro, è dovuto alla necessità di avere una platea relativamente ampia dalla quale attingere altre risorse per fare redistribuzione.

Baretta, non da oggi, è favorevole a un “intervento sull’Iva”, allo scopo di avere risorse per abbassare le tasse sui redditi bassi e medi. Oltre ai proventi derivanti dalla sempre verde lotta all’evasione fiscale e alla revisione delle detrazioni fiscali.

Ecco, in sintesi, il Baretta pensiero:

Guardiamo cosa è successo quest'anno. Evitando l'aumento dell'Iva abbiamo fatto risparmiare alle famiglie 500 euro. Ma abbiamo speso 23 miliardi sui 32 di tutta la legge di Bilancio, e sono rimasti pochissimi margini per fare altre cose.”

Quindi:

Bisogna avere un'idea chiara: abbassare le tasse sul carrello della spesa e lasciare crescere sui beni di lusso e sui generi voluttuari.

E quando il giornalista del Corriere della Sera gli fa notare che dall’Iva sui beni di lusso arriva un gettito modesto, Baretta osserva:

Vedremo. E poi bisogna intendersi, alla luce del cambiamento dei costumi, su cosa è il carrello della spesa, cosa è lusso e cosa è voluttuario. Una rimodulazione così avrebbe anche il senso di equilibrare l'Iva, una tassa fissa, che colpisce di più chi guadagna di meno.”

In pratica, potrebbe diventare lusso e voluttuario ciò che finora non lo era, al solo scopo di giustificare un aumento dell’Iva.

Qualunque cosa abbiano in mente questi signori, dato che le uniche voci di spesa che intendono ridurre sono le cosiddette tax expenditures, ossia le deduzioni e detrazioni, il rischio concreto (a mio parere una certezza) è che il calo delle tasse riguarderà poche persone, e sarà pure pressoché impercettibile. Al contrario, per tutti coloro che saranno considerati “ricchi” arriverà l’ennesima randellata fiscale.

In sostanza non ci sarà nessun reale calo delle tasse, né della spesa pubblica. Tutto come di consueto.

(Matteo Corsini)

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