Lega e M5S stanno da tempo bisticciando sulla maggiore autonomia chiesta da alcune regioni. Per capire la posizione del M5S è sufficiente leggere questa affermazione di Luigi Di Maio:

Si va avanti sull’autonomia, ma alla regionalizzazione della scuola noi del M5S diciamo di no. Adesso sarà fondamentale fissare il criterio di riparto delle risorse. E va calcolato sulla spesa storica, incrociandolo con i livelli essenziali di prestazione e con un fondo di perequazione e fissando un’aliquota oltre la quale una Regione che cresce più delle altre redistribuisca le risorse aggiuntive con le altre. Altrimenti invece che autonomia sarà uno spacca-Italia.”

In sostanza, l’autonomia sarebbe solo formale, mentre in concreto non cambierebbe nulla, se non in peggio.

Per esempio, fare riferimento alla spesa storica significa premiare chi storicamente ha sprecato di più, e il supposto incrocio con i livelli essenziali di prestazioni sembra solo un patetico tentativo di far sembrare che non sia così.

Per di più una regione che cresce maggiormente dovrebbe continuare a mandare soldi a chi cresce di meno, come se fosse una colpa da espiare.

Con la presa per i fondelli finale: se uno ha qualche perplessità, è perché vuole uno “spacca-Italia”.

A me sembra invece che siamo al classico chiagne e fotte.

(Matteo Corsini)

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