Quando ti prospettano di diventare ministro dell’Economia e finisci invece a presiedere l’Inps, può darsi che la cosa non sia facile da accettare. Suppongo che sia per questo che Pasquale Tridico, ideatore di un buon numero di idee (balzane) economiche del M5S, occupa la poltrona di presidente Inps comportandosi da ministro.

Da ultimo ha lanciato l’idea di costituire un fondo pensione integrativo pubblico, perché a suo parere “è curioso che il maggior ente di previdenza europeo non giochi un ruolo in tale comparto.”

Pur trattandosi di un fondo ad adesione volontaria, secondo Tridico dovrebbe sostenere “una maggiore canalizzazione degli investimenti in Italia”. I fondi pensione privati, infatti, investono troppi soldi all’estero, a suo parere.

Osservazione che ha senso per gli investimenti azionari, ma non per quelli obbligazionari, dato che i fondi pensione e le assicurazioni sono imbottiti di BTP. Nel primo caso, peraltro, gli investimenti si rivolgono all’estero sia perché è bene diversificare, sia perché il mercato di borsa in Italia non si è mai sviluppato adeguatamente.

Il problema con la “canalizzazione degli investimenti in Italia” è facilmente intuibile: la valutazione ex ante dell’investimento sarebbe condotta in modo autonomo dai gestori con criteri di mercato oppure sarebbe condizionata dai desiderata dei governanti di turno?

Per esempio, se questo fondo fosse già stato costituito, si può escludere che avrebbe preso parte all’ennesimo “rilancio” di Alitalia?

Qualche dubbio a me pare giustificato. Per questo credo si possa continuare a fare a meno di questo fondo.

(Matteo Corsini)

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